Una mostra fotografica che è un urlo, un messaggio forte alle nostre coscienze. Il dramma delle conseguenze dei cambiamenti climatici e l’invito a tutti noi a modificare i nostri comportamenti per frenare l’ACCELERAZIONE PERICOLOSA  e distruttiva.

Dal 29 settembre al 29 ottobre al Centro Espositivo Comunale di Cecina.

+2° accelerazione pericolosaOltre trenta foto stampate e grande dimensione. Che non nascono come un unico reportage. Sono frutto di 40 anni di viaggi in tutto il mondo del fotografo Fabrizio Sbrana. “Nei mesi del lockdown ho colto l’occasione per mettere ordine nel mio archivio. E una cosa mi ha colpito: quanto alcune foto fossero drammatiche nell’immortalare le ferite della Terra dovute ai cambiamenti climatici e quanto queste fossero impattanti per le popolazioni che vivono in queste aree” racconta il fotografo.

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C’è la “palude morta” fotografata in Namibia nel 2013, nel Deserto del Namib. Qualcuno la definisce la “foresta pietrificata” ma più propriamente si dovrebbe dire “essiccata” in quanto ciò che è successo è semplicemente il fatto che il sole ha bruciato gli alberi e le alte temperature hanno impedito la decomposizione delle piante. Circa 1000 anni fa qui c’era una palude con acacie verdeggianti.

+2° accelerazione pericolosaO l’immagine del gretto di un fiume in secca, in Kenya, e un Turkana che scava i profondità per cercare l’acqua. “Spesso i pozzi sono lontani dal villaggio, spesso i pozzi si prosciugano e allora serve scavarne altri, oppure scavare sempre più in profondità. Senza acqua si muore”.

I ghiacciai islandesi, fotografati nel 2015, documento tangibile del grido di allarme
di scienziati e studiosi sull’aumento della temperatura globale e il conseguente
scioglimento dei ghiacciai. Nel 2014 è stata decretata la morte di un ghiacciaio
islandese, scomparso in poco più di 30 anni. Ci sono drammatiche immagini della
Nasa a testimonianza di questo. Qualche anno fa è stata collocata una targa che
è un monito alle future generazioni: “Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai
potrebbero seguire la stessa sorte. Questo monumento testimonia che sappiamo
quello che sta succedendo e che cosa è necessario fare”. Il ghiacciaio era lo Okjökull,
ma la sorte è comune a tutti gli altri.

+2° accelerazione pericolosaIn mostra ci sono circa 35 fotografie, tutte le altre scorrono sui monitor.

La mostra sarà inaugurata venerdì 29 alle ore 17 e resterà aperta dal martedì alla domenica dalle ore 17 alle ore 20 con ingresso gratuito fino al 28 ottobre. A chiusura, il 28, una conferenza incontro con l’autore delle immagini e il direttore delle Campagne di Greenpeace Alessandro Giannì, la mattina dedicata alle scuole e il pomeriggio aperta a tutti. 

L’esposizione è promossa e sostenuta da Castagneto Banca, con il patrocinio della Regione Toscana, organizzazione a cura di Acs Art Center e Associazione Culturale Aruspicina.

queste fotografie sono l’urlo della terra. Ho cercato di entrare dentro le sue ferite

“La nostra banca è da sempre molto sensibile ai temi ambientali e alla sostenibilità ha sottolineato Angelo Scuri, responsabile Esg (ambiente, sociale e governo) di Castagneto Banca -. Ci è sembrato quindi giusto riproporre anche a Cecina questa mostra a firma di un grande professionista della fotografia che è incentrata sui cambiamenti climatici e sulle loro
conseguenze. Iniziative come queste hanno lo scopo primario di muovere le coscienze e rendere partecipi della riflessione soprattutto i più giovani affinchè comprendano le conseguenze già in essere e possano intervenire con i propri comportamenti. Grazie alla Fondazione Piaggio, la prima a ideare questa mostra, a Fondazione Livorno per il sostegno e al Provveditorato per aver raccolto il nostro invito, al Comune di Cecina per l’ospitalità e alle associazioni Acs Art Center e Aruspicina per aver collaborato all’organizzazione della mostra”.

+2° accelerazione pericolosa“L’obiettivo di questa mostra è una presa di coscienza visiva e sensoriale cioè, che non sfocia in un’inutile denuncia di breve durata, ma bensì in un’impattante sensibilizzazione a lungo termine che smuove le coscienze” hanno ribadito gli organizzatori della mostra.

“È inequivocabile – ha concluso Sbrana – che l’attività umana stia causando a una velocità sempre più preoccupante importanti cambiamenti nel clima. Sappiamo che l’aumento della temperatura di 2°C rispetto a quella degli albori del periodo industriale, produrrebbe effetti devastanti sulla Terra, sugli oceani, sull’atmosfera, sulla criosfera e investirebbe, come ben si comprende, la vita e la sorte dei diversi ecosistemi. Ma forse l’uso del condizionale è ormai inopportuno. Queste fotografie, come le esperienze della vita che si mescolano di continuo, sono il frutto di molti viaggi. Queste fotografie mostrano l’urlo della Terra. Ho cercato di entrare dentro le sue ferite, giocando tra luci e ombre, tra chiari e scuri. A volte persino le croste che si formano su queste spaccature, dopo essersi accartocciate, si sgretolano non sopportando il calore e aprendo una bocca ansimante e desiderosa di ossigeno.”

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