Un’arte antica che incanta. I bambini, certo, ma anche gli adulti che fanno la fila per un clic d’altri tempi. Nicola Salza è un fotografo minutero, uno dei pochissimi rimasti in Italia. Minutera è un termine spagnolo che sta a significare “un tempo di pochi secondi”. I suoi scatti escono fuori da una scatola magica. Lui gira le piazze (e le scuole) portando con sé la bellezza di una camera oscura.
Ci sarà anche Nicola Salza a Marina Cala de’ Medici questo fine settimana (sabato 17 e domenica 18 dicembre), insieme alle artigiane del Vista Mare Market.
Nicola ha 62 anni, è un macchinista ferroviere in pensione e vive a Castiglioncello, da 45 anni appassionato di fotografia in bianco e nero. “Per diverso tempo ho portato nelle scuole la fotografia analogica e per farlo avevo costruito una scatola di legno che mi permetteva di far vedere ai ragazzi il processo di sviluppo e stampa in bianco e nero. Un paio di anni fa un amico mi ha fatto notare che la mia scatola era molto simile a quella usata per la fotografia minutera, oggi ancora presente in Spagna. Ho iniziato a studiare questa antica arte che, in realtà, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 era un vero e proprio mestiere, nato dalla necessità”.
“Nelle piazze dei piccoli paesini dove non esistevano studi fotografici – presenti solo nelle grandi città -, i fotografi ambulanti portavano a spalla le loro scatole con dentro una camera oscura in miniatura. Erano a disposizione per realizzare ritratti in strada a coloro che ne avevano bisogno, per esempio, per i propri documenti o per inviare le immagini ai parenti lontani. Le foto venivano spesso barattate con uova e galline, funzionava così. Una pratica che poi è scomparsa nel tempo anche se fino agli anni Cinquanta è rimasta come attrazione per i turisti. Un’arte che nei libri di fotografia quasi non esiste. Ed è per lo più sconosciuta ai fotografi di oggi”.
Una passione che per Nicola Salza si nutre del contatto in strada con le persone.
“Mi piace vedere la meraviglia negli occhi dei bambini ma anche il fascino che la scatola suscita negli adulti. Per ogni foto serve una manciata di minuti: si aspetta il proprio turno e il tempo necessario per lo sviluppo. Ognuno poi se ne va con il pezzo di carta d’argento bagnata tra le mani. E la magia ogni volta si rinnova”.