Nico Pelosini fa parte di quella generazione di comici (e di persone) che a una giornata intera trascorsa a editare video per i social e youtube preferisce un pomeriggio al mare e un bel giro in sella alla sua bici. Forse anche perché la ‘fiammata’ per il cabaret (come la definisce la moglie) è arrivata “tardi”: “Avevo già 40 anni. È successo così, di punto in bianco…”. E ora che ne ha 53 di anni far ridere è ancora pura passione.
Sarà lui il protagonista della serata di giovedì 5 gennaio al Land’Ho Bistrot al porto di Rosignano, nuovo appuntamento con il gruppo Il Canto della Balena. Alle 21.30 il campo-comico Giovanni Bondi presenterà il ‘collega’ Nico Pelosini: risate con “50 sfumature di Winston grigie” ma anche improvvisazioni & musica live con Emanuele Bernardeschi e Luca Forni Sientmamò (ingresso libero, parcheggio gratuito all’interno del porto offerto dal Land’Ho, possibilità di cena convenzionata con “menù della Balena” a 25 euro).
“In realtà il mio lavoro è fare il tabaccaio” precisa Nico. E la tabaccheria (in quel di Rosignano) è una fonte senza fine di storie, aneddoti, battute e ‘sciocchezze’. Dopo anni di animazione nei villaggi turistici (“Ma facevo tutt’altro: ero un animatore sportivo”), Pelosini ha iniziato a scrivere all’improvviso pezzi comici (“senza sapere come funzionava”), fino a quando è entrato nel laboratorio di Zelig Firenze al Teatro Puccini. “Mi hanno preso al secondo tentativo, da lì ho iniziato a fare due serate al mese nel periodo invernale, avevo a disposizione un autore che mi aiutava a scrivere. La mi’ moglie dice la fiammata del cabaret, dopo quella per la bici, la corsa, il nuoto, è quella che sta durando di più”.
Nonostante le difficoltà. Oggi, dopo la ‘botta’ del Covid (e prima ancora dei maxi-protocolli di sicurezza dopo i fatti di piazza San Carlo a Torino) feste, sagre e rassegne sono ridotte al minimo. E Nico Pelosini – come molti altri comici – fa i conti con un’agenda sicuramente non pienissima di occasioni live senza perdere comunque l’entusiasmo e la voglia di osservare la realtà con occhio ironico e critico. Ed ogni volta è come la prima volta. “Il rischio è arrugginirsi, quando invece di serate leggere ne avremmo davvero bisogno tutti. Ora più che mai”.
Vita privata, moglie, figlioli, la bizzarra clientela della tabaccheria. Repertorio che ha portato a Pelosini anche premi e riconoscimenti, oltre a varie apparizioni in tv. Protagonista che non manca mai nei suoi spettacoli è il ‘Ber Maschione’: “E’ un personaggio nato per caso. Mi imbattei in un video su youtube di Bello Figo e mi venne spontaneo dire: ‘Ma questo regge l’anima coi denti! Se lui è Bello Figo allora io sono Ber Maschione!”.
Il ‘canovaccio’ di Pelosini è un universo personale “che è di tutti”: “La gente ci si ritrova, ed è questo il bello: la condivisione”. Niente a che vedere con gli sketch a ciclo continuo sul web che stanno facendo la fortuna di tanti giovani comici e cabarettisti. “Io non ci posso fare niente. Non faccio parte di quella schiera e non ne farò parte mai. Vado sul mare con la bici invece che editare. E, se come diceva Gaber, ci sono due tipi di artisti – quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa -, diciamo che io faccio parte di quelli… che si divertono”.