La memoria storica si trasmette anche attraverso gin e distillati. E’ il progetto de La Vena di Vino che corre in parallelo al bar di lusso popolare di via Don Minzoni a Volterra. Un progetto in cui l’equilibrio di saperi e sapori è una realtà tutta da bere e degustare.
Ve lo abbiamo già raccontato su Badalì un po’ di tempo fa (leggi qui lo speciale ‘provato per voi!) e adesso la linea degli ‘spiriti del bosco’ sarà tra i protagonisti del nostro Spiriti al porto, in calendario al porto di Marina Cala de’ Medici.
La Vena di Vino sarà presente domenica 16 (dalle 15 alle 23.30) e l’occasione è davvero da non perdere: in assaggio in anteprima e in esclusiva ci sarà, infatti, il Vermut Santo Spirito, ricavato da un’antica ricetta fiorentina delle Case d’Oltrarno.
Ma cosa è Spiriti del bosco? E’ il frutto di sapienza e curiosità, un percorso iniziato da Bruno Signorini e Luca Calastri nel 2018. L’idea e la voglia era quella di fondere le proprie creazioni alcoliche con la ricerca, la valorizzazione della tradizione e del proprio territorio.
“Tutto nasce da una scoperta casuale fatta in un mercatino – racconta Bruno Signorini – cercando informazioni sugli alabastrai mi sono imbattuto nel catalogo dell’Expo Mondiale di Londra del 1862. E sfogliando quelle pagine ho appreso che a Volterra, oltre all’alabastro e al sale, si faceva pure il gin. Nel Bosco di Berignone c’era, infatti, una distilleria aperta nel 1851 dal Granduca di Toscana Leopoldo II. Siamo andati a cercarla: un podere abbandonato in un’area naturale protetta, l’Area Naturale Alta Val di Cecina. La sua memoria si era persa nel tempo ma oggi siamo tornati a raccogliere le botaniche proprio là, ripercorrendo la strada dei nostri antenati verso nuove rotte alcoliche”.
Gin, amari, vermut e amari toscani tutti da provare, esattamente come l’Albatro, liquore al corbezzolo (raccolto nei pressi delle Distilleria perduta) di origini storiche che rappresenta al meglio il progetto di creazioni alcoliche tra tradizione ed innovazione. Poi c’è il Gin Canapone, che porta il soprannome che il popolo aveva dato a Leopoldo II: qui una selezione limitata dove il Gin Toscano si sposa con frutti di Mirto raccolto nelle Aree Naturali dell alta Val di Cecina e Sale di Volterra, il più puro d’Italia. Distillato da meditazione.
Di nuova produzione (ha appena debuttato a Taste Firenze) non mancherà a Rosignano l’Uvamarum, mezzo amaro e mezzo vino, dedicato alla prima produzione di rabarbaro in Italia, che iniziò nel 1776 alla Badia Camaldolese di Volterra.
Infine, come annunciato, il Vermut Santo Spirito: “Nel quartiere di S. Spirito già dal 1773, usava bere ‘vino aromatizzato, o medicinale, nominato Vermut, diventato delizia delle tavole’. Dal colore giallo caldo , le note dell’assenzio si uniscono all’enula ed al calamo, il cardo santo e le bacche di ginepro all’iris. Rabarbaro, coriandolo ed altre spezie emergono al palato. Rappresenta l’inimitabile spirito toscano”.