La prima (“quella che ha scatenato tutto”) è stata salsiccia (“del macellaio di Cecina”), patate e rosmarino. E nel menu è ancora la ‘regina’, richiestissima e amatissima in tutta la sua semplicità. Poi è arrivata quella con il baccalà alla livornese, quella con la cinta senese, solo per fare qualche gustoso esempio. È la piciaccia di Gabriele Dani.
Bottega Dani è il suo regno
La genesi è semplice quanto innovativa: “Tutti a parlare della pinsa romana… Ma noi abbiamo la schiacciata! Ed è da questa banale riflessione che è nata la mia piciaccia, rivisitando la schiacciata per renderla un prodotto da pizzeria, digeribile e leggero. È al 100% toscana, a partire dalle farine fino a tutti gli altri ingredienti”.
Ma la piciaccia è solo una delle tante “invenzioni” di Gabriele Dani: di fatto ha debuttato nel 2021 ma in realtà veniva già servita da tempo, nella piccola pizzeria al tennis di Marina di Cecina. Bottega Dani, in via Vecchia Livornese a Cecina, ha poi raccolto tutte le esperienze fatte precedentemente, nei vari locali che hanno portato la sua firma e anche come tecnico per un importante Molino italiano nonché formatore. Nel curriculum di Gabriele c’è l’arte del topping e dei condimenti, tutto sempre ispirato dalle ricette tipiche della cucina regionale toscana, e 3 Spicchi Gambero Rosso. Certezze per chi si siede ad uno dei tavoli di Bottega Dani.
Bottega Dani – nella campagna cecinese all’interno di un’antica fattoria – è la ‘summa’ di tutto: un luogo per vivere una serata diversa, contemporaneo e accogliente, dove la pizza e i lievitati si abbinano anche ai cocktail, oltre che al vino e alla birra. L’ultima proposta è stata battezzato Breaking Bread – Lievitazioni Collaterali ed è un percorso di degustazione dedicato ai lievitati, da gustare e sperimentare insieme ai cocktail innovativi e mai banali elaborati dalla barlady Nadia d’Ancona.
La professione era scritta nel dna. Origini napoletane e ristorazione nel sangue: “Sono cresciuto nella pizzeria che i miei genitori avevano a Castagneto Carducci. Ma nel tempo ho capito che desideravo arricchire quello che loro facevano guardando dritto verso l’eccellenza dell’alta ristorazione”.
Toscanità e qualità, due parole che tradotte significano farine regionali – dal frumento del Mugello al farro delle zone di Volterra –, polpa di pomodoro toscana, verdure locali. Il tutto condito da “divertimento puro”: “Proponiamo circa 20 tipi diversi di lievitati in degustazione, la nostra filosofia è quella di un ristorante stellato, un format che abbiamo inaugurato per primi e di cui sono orgoglioso. Anche l’accoglienza strizza l’occhio al ristorante di alto livello. Ci piace far sentire le persone a proprio agio, il locale lo abbiamo pensato con tutti gli spazi giusti affinché sia confortevole”.
Aperto dalla colazione alla cena, passando per gli aperitivi, ogni esperienza ha il suo ‘angolo’ confortevole e riservato. “Idee? Di ‘operative’ ne ho ancora tantissime ma diciamo che il mio sogno l’ho raggiunto, creando qualcosa di unico, con una forte identità”.