Il villaggio medievale di Rocca San Silvestro, a Campiglia Marittima, rappresenta un insediamento unico per la sua monumentalità e per il suo eccezionale stato di conservazione e per questo motivo è stato scelto come location per la realizzazione del film “The women are coming”, co-produzione americana/italiana, con la regia di John Rasmussen, Associate Professor del Champlain College, nel Vermont (USA).
In questo suggestivo scenario si stanno infatti girando molte scene di un lungometraggio,
ambientato proprio in epoca medioevale e realizzato in stile arthouse per un pubblico audience italiano e inglese.
Oltre alla chiesa di XIII secolo posta sulla sommità dell’abitato, è stata scelta come set principale delle riprese, la ricostruzione di un’abitazione in pietra realizzata sul modello di quelle riportate in luce dagli archeologi durante lo scavo del villaggio di Rocca San Silvestro grazie al progetto di archeologia sperimentale ‘Medioevo in corso’, un progetto sulle tecnologie produttive e l’edilizia di età medievale, nato da una collaborazione tra la Parchi Val di Cornia S.p.A., l’Università degli Studi di Siena e la società Coopera, proprio per coinvolgere un vasto pubblico di “non addetti” di tutte le età.
Una nuova opportunità colta con interesse dalla Parchi Val di Cornia SpA al fine di generare momenti importanti di visibilità internazionale per il nostro territorio e per il Parco
archeominerario che, con le sue particolari caratteristiche legate al mondo medievale e alla
accessibilità del suo paesaggio sotterraneo, può offrirsi come eccezionale location per produzioni televisive e cinematografiche.
La trama racconta la storia di un gruppo di quattro pastori che, spostando il proprio gregge
attraverso una regione remota, viene attaccato da una ragazza selvaggia. I pastori prima la
sottomettono e poi decidono di salvarle l’anima portandola dai monaci per essere esorcizzata, ma durante il viaggio, scoprono che la ragazza non è sola e che fa parte di una tribù guerriera, tutta al femminile, che la rivuole insieme ai loro scalpi come tributo. Il lavoro è ispirato al film di Benjamin Christensen “Haxan” e vuole guardare ai difetti dell’uomo usando lo stile horror.