Buongiorno dottoressa,
ho una figlia di 13 anni, che sta iniziando ad affrontare la fase adolescenziale. In questi ultimi mesi l’ho vista cambiare molto, è diventata più insofferente e facile agli sbalzi di umore. La sua vita sembra concentrarsi sui social e sullo smartphone, il resto scompare. E’ impossibile cenare senza vederla attaccata con gli occhi al telefono, la sera passa le ore a smessaggiare, se ci troviamo in una zona con poco campo diventa tutto una tragedia.
Osservando, o forse per meglio dire spiando, i suoi post su Instagram mi accorgo che c’è una tendenza (anche nelle amiche) a farsi vedere, mostrarsi, anche in atteggiamenti che vanno ben oltre quella che dovrebbe essere la semplicità di una ragazzina delle medie. Sono preoccupata. Abbiamo provato ad affrontare il problema più volte, mettendo anche dei limiti. Ma non ha alcun affetto, tutto ritorna velocemente come prima. E’ una fase? Passerà? Oppure le nuove generazioni sono così e non è possibile farci nulla? Mi piacerebbe vederla leggere un libro piuttosto che imitare Tok Tok
Grazie, Alice
Gentile signora,
l’adolescenza è il periodo del “cambiamento” per eccellenza, questa è la fase nella quale i ragazzi vivono cambiamenti fisici, mentali, affettivi e sociali. Sua figlia si trova precisamente nella “prima adolescenza”, la prima fase del macro periodo adolescenziale caratterizzata dalla “separazione” dai genitori e dall’importanza del gruppo dei pari, un fattore quest’ultimo che gioca un ruolo importantissimo nella costruzione dell’identità dell’adolescente.
Gli sbalzi d’umore e l’insofferenza sono elementi “normali” per il periodo nel quale si trova sua figlia poiché le emozioni sono molto rapide, intense e spesso vissute in modo molto amplificato. Credo sia importante cercare di scindere le problematiche che fanno parte di un periodo che comporta dei cambiamenti di notevole importanza, dagli aspetti conflittuali che possono inficiare il rapporto genitore-figlio già di per sé complicato nella fase adolescenziale.
Sua figlia sembra aver particolarmente bisogno di “stare in stretto contatto” con le sue coetanee ma credo che sia importante farle notare l’aspetto fondamentale delle relazioni: il limite.
Molto spesso diamo per scontato che i ragazzi sappiano “gestire” le loro dinamiche relazionali ma in realtà è tutto da imparare, così come sono da apprendere i limiti. I rapporti “sani” sono tali perché vi sono i limiti che li proteggono e dei ruoli ben definiti che li differenziano da altri tipi di rapporti: un’amicizia, per parafrasare il Piccolo Principe, si coltiva passo per passo, giorno per giorno avvicinandosi sempre un po’ di più ma sempre nel rispetto dei confini dell’altro. A mio avviso, sembra che in questo caso sia faticoso porre delle limitazioni ben precise, come l’uso del telefono per comunicare con le amiche durante un momento intimo e familiare come la cena.
Sarebbe importante riflettere sul concetto di amicizia, come sua figlia considera questo sentimento e cosa significa per lei essere l’amica di qualcuno.
E farle capire che essere l’amica di qualcuno è anche dare spazio a momenti ricchi di valore con la propria famiglia.
È fondamentale pensare al concetto di “limite” e come sua figlia lo vive, lo gestisce e lo fa proprio. Forse sua figlia percepisce il limite come un aspetto punitivo? O come un ostacolo? Lo stesso concetto potremmo utilizzarlo anche nel contesto “social”: questi ragazzi hanno bisogno di essere limitati per una maggior consapevolezza di ciò che guardano e pubblicano sui social soprattutto quando entra in gioco il corpo e tutto quello che ne consegue.
Inoltre, riflettevo sul fatto che forse non sia funzionale porre l’attenzione su come far cambiare “atteggiamento” a questi ragazzi: renderli quelli che non riescono ad essere; piuttosto sarebbe utile scoprire i loro i valori (come quello dell’essere un buon amico), l’importanza che danno alle parole e ai gesti, ovvero il modo con il quale questi ragazzi crescono dentro le loro relazioni. Se è di fronte ad una problematica persistente, ingestibile ed altrettanto altamente conflittuale non esiti a contattarmi.
Un caro saluto
Linda
Linda Frongillo è psicologa clinica che si occupa di psicoterapia e psicoanalisi del bambino e dell’adolescente e questa è Bada Linda – Psicorubrica per genitori & figli! E’ possibile porre domande, chiedere un’opinione, esporre un ‘caso’, sfogarsi e raccontarsi, anche mantenendo l’anonimato. Basterà inviare una mail alla nostra casella di posta elettronica redazione@badali.news e aspettare la domenica.