Ritagli di forme e colori che vanno in cerca di armonia fino a quando, con quella magia che lascia dietro di sé una morbida scia di stupore, la trovano. Lo stile di Fabio Leonardi non lo dimentichi, ti cattura e lo ritrovi in ogni suo lavoro.
È illustratore, pittore, scultore, grafico e scenografo: “Io non amo il punto. Decostruisco per poi ricostruire, in un continuo work in progress che è quasi una staffetta tra personaggi. Un dipinto può diventare illustrazione, l’illustrazione può diventare scultura o un accenno di scenografia. A volte lascio che tutto si auto-completi da sé”. Un po’ come fa Geppetto con il suo Pinocchio.
Fabio Leonardi, livornese, ha la testa su mille progetti. Al mattino, però, porta “il colore tra i colori”: “Insegno in una scuola media che è un cacciucco umano. Con i ragazzi è un lavoro emotivo e creativo e mi rendo conto, ogni giorno, di quanto l’arte sia l’a b c, un linguaggio davvero universale”.
Diplomato all’istituto d’Arte di Pisa, dove ha anche insegnato, ha frequentato l’accademia delle belle Arti a Firenze per poi laurearsi in pittura alla facoltà di Carrara. “A livello embrionale, i miei lavori emergono grazie a una curiosità osservativa mostruosa. Passeggiare con il bassotto, dialogare per strada, stare in silenzio: tutto questo è parte del processo creativo. Così si genera il mio racconto mentale, così si aprono i mondi. Poi segue una fase di progettazione parecchio ferrea, quando la matita arriva su carta. Vado avanti disegno su disegno fino a quando non trovo il bilanciamento del segno”.
Recentemente Leonardi è stato tra i protagonisti della mostra-evento collettiva dedicata a Giacomo Puccini che si è svolta a La Brilla (Massarosa) – portano la sua firma l’opera sulla Turandot, l’immagine del manifesto e quella sulla cover del catalogo – mentre tra qualche settimana uscirà il nuovo libro della collana “A Marianeve” (Pacini editore) con le sue illustrazioni.
In cantiere c’è una mostra importante alla Galleria Le Stanze che si intitolerà “Saluti da Livorno”: “Una personale con oltre 30 cartoline che si aprirà ad inizio 2025”.
E poi c’è il mastodontico progetto sulla Divina Commedia di Dante con il professor Giorgio Mandalis, incontri da cui sono nate già oltre 50 opere. Ogni canto è affiancato da una creazione di Leonardi, la prossima sarà dedicata al canto quarto dell’Inferno: “Questa volta saremo nel Limbo. Con questo progetto ho riscoperto mondi incredibili dentro un testo che è profondamente contemporaneo. Stiamo facendo un viaggio come quello di Dante”.
E di viaggio in viaggio, le opere sono arrivate anche in Francia e presto saranno esposte a Parigi.
“Sento sempre di più il bisogno di uscire dai miei confini, seppur amatissimi. Seguire le mie opere in giro. Vederle danzare. Se ho un sogno? Penso ad un’opera pubblica, lontana dalla mia città. Un po’ come fece Keith Haring con il murale Tuttomondo, a Pisa”.