Bambini con la febbre: è la prima causa di accesso al Pronto Soccorso e la principale causa di paura nei genitori. Eppure è il sintomo che capita più frequentemente di affrontare quando si ha a che fare con un bambino. Addirittura l’American Academy of Pediatrics parla di feverphobia, febbrefobia. Genitori che misurano la febbre due volte l’ora, che non ha senso. Che somministrano farmaci che non servono. O che mettono in atto comportamenti sbagliati.
Un genitore informato può invece affrontare anche la febbre del proprio bambino in modo sereno e tranquillo. Anche perchè solitamente non è segno di malattia grave, si tratta anzi di una risposta naturale dell’organismo.
La febbre è un meccanismo di difesa: non va tolta, ma resa il più confortevole possibile per il bambino!
Ci sono dei necessari distinguo, ovviamente, andiamo a vedere quali.
Partiamo con alcune banali considerazioni: la temperatura corporea normale è di 37°. Eh già. Il limite dei 37° per avere accesso in un locale pubblico, ad esempio, è uno scrupolo legittimo, una prevenzione ulteriore dal momento che c’è in corso una pandemia. Ci sono alcuni fattori come l’attività fisica, lo stato di idratazione, l’aver bevuto liquidi caldi, ad esempio, che possono aumentarla fisiologicamente. Si può parlare di febbre vera e propria quando la temperatura corporea è superiore ai 38° misurata con termometro elettronico sotto l’ascella, che è quello ritenuto più affidabile. La temperatura nell’orecchio nel bambino ad esempio non lo è sempre, dipende chiaramente anche dall’apparecchio utilizzato, se professionale o meno.
Se il bambino ha la febbre c’è da preoccuparsi?
La maggior parte delle volte no. Anche in questo caso l’occhio del genitore è importante: se anche con la febbre le abitudini di vita del bambino sono le stesse di sempre, quindi beve, mangia e dorme senza particolari cambiamenti (salvo una leggera stanchezza), non c’è assolutamente da preoccuparsi. Ci sono genitori che hanno paura che la febbra possa causare addirittura danni cerebrali. Non è così. Piuttosto quello che preoccupa di più noi medici è la disidratazione, ed è quella da tenere sempre sotto controllo.
Se la febbre sale a 39°?
Nei bambini tra i 6 mesi e i 3 anni, ma anche di più, si tratta di un normale segno di difesa dall’infezione. Se, a parte un po’ di stanchezza, mangia, beve e dorme come sempre, non c’è da preoccuparsi. Ricordo che invece fino ai 6 mesi in caso di febbre è opportuno recarsi in pronto soccorso, o comunque a fare un visita medica. Ne abbiamo già parlato qualche puntata fa, ricordate? (“Mio figlio non sta bene, vado al pronto soccorso?”)
Ci sono invece dei segnali che non devono essere sottovalutati
Le convulsioni febbrili ad esempio. Rare, sono solitamente una conseguenza della febbre spaventosa e angosciante per i genitori ma benigna. Si presentano tra i 5 mesi ed i 5 anni e sono caratterizzate da scuotimento muscolare e perdita di coscienza. Magari ne parleremo in modo più approfondito nella prossima puntata di Bada che Doc, intanto vediamo cosa fare se compaiono.
Non perdere la calma (lo so, ma proviamoci!) e mettere il bambino sul fianco. Non dovete fare altro, non è necessario mettergli le mani in bocca. Se le convulsioni durano più di 5 minuti chiamare il 118, ma solitamente durano meno ed è sufficiente chiamare il proprio pediatra.
E se la febbre non cala?
Si parla di febbre persistente quando dura almeno più di 3 giorni. In questo caso sarà il pediatra di famiglia a decidere se siano opportuni un approfondimento diagnostico e una terapia aggiuntiva.
Il pediatra va sempre chiamato quando:
- si tratta di un bambino più piccolo di 6 mesi. Perchè la febbre può essere un segnale di allarme di un’infezione che potrebbe complicarsi.
- se la febbre dura da più di 3 giorni. Perchè potrebbe essere necessario approfondire le cause.
- se la febbre supera i 40° anche due ore dopo aver somministrato tachipirina o ibuprofene.
- se non è il bambino di sempre, quindi non gioca, non mangia e non beve, non dorme normalmente. Attenzione soprattutto al “fattore pipì”: un bambino piccolo che non bagna più di 3 pannolini al giorno, o un bambino grande che urina meno di 2-3 volte al giorno potrebbe essere disidratato. E la disidratazione è pericolosa.
Nelle 24 ore dopo un vaccino può comparire febbre, non è preoccupante. Se la febbre supera i 39° e persiste anche oltre le 24 ore dal vaccino, allora si chiama il pediatra per una valutazione.
In ogni caso se la febbre e il comportamento del bambino non convincono, è sempre meglio chiamare il pediatra piuttosto che cercare soluzioni on line. A meno che non siano i consigli di questa rubrica!
Ecco quindi alcuni semplicissimi consigli per rendere “più confortevole” la febbre
Il bambino va tenuto fresco, quindi no a maglioni e coperte pesanti, no davanti al camino acceso, anche se hai i brividi e lamenta freddo. Va prevenuta la disidratazione, quindi sì a farlo bere frequentemente: acqua, latte, tisane, the. Va bene pure la coca cola perchè avendo tanti zuccheri previene i chetoni che può dare dolore addominale.
La terapia è quella di sempre: paracetameolo in gocce per i più piccoli (4 gocce per ogni kg di peso ogni 8 ore), sciroppo per i più grandi (la metà del peso del bambino, quindi se pesa 10 kg, gli vanno somministrati 5 ml) ogni 8 ore. In alternativa può essere utilizzato l’ibuprofene (un terzo del peso del bambino), sempre ogni 8 ore. Non darli insieme e neanche alternati. Dare doppio farmaco non ne aumenta l’efficacia e nel frattempo si è somministrato più farmaco del necessario. E allora perchè farlo? Meglio una visita in più che medicine prese a caso!
Ricordatevi che è scientificamente dimostrato che la febbre alta non provoca danno al bambino se non supera i 43°.
Il “febbrone” non indica che è più grave, ma solo una naturale e valida capacità del bambino di rispondere alle infezioni. I farmaci antipiretici (appunto paracetamolo come la tachipirina o ibuprofene) dovrebbero abbassare la febbre, ma se non lo fanno non significa che la situazione sia allarmante. E a proposito di antipiretici: l’antibiotico non lo è. Non aspettatevi che poco dopo averlo dato al bambino la febbre cali, la sua funzione è un’altra, combattere l’infezione, e agiscono dopo 3 giorni.
Il mio bambino ha la febbre, come faccio a farlo uscire per una visita?
Farlo uscire di casa con la febbre per andare in un’altra abitazione, dal pediatra, in pronto soccorso, a fare un tampone, non lo espone a complicazioni, neanche in inverno. Non gli verrà la polmonite per questo.
C’è una pandemia in corso e uno dei principali sintomi del Covid è la febbre, anche se nei bambini spesso è asintomatico o con febbre bassa e di breve durata. Non si tratta di una febbre “dstinguibile”, le possibili differenze sono infatti molto sottili. In ogni caso le raccomandazioni per la gestione del sintomo sono le stesse, mentre serve un po’ più di accortezza nella gestione dei suoi contatti con l’esterno: per diminuire il rischio di diffusione del virus, sebbene sia ormai endemico, è richiesto il tampone.