Il passaggio del Teatro dalla Società Solvay al Comune di Rosignano Marittimo si concluso è il 30 gennaio 2025 nello studio del notaio D’Abramo a Rosignano Solvay, alla presenza della Dirigente del settore Servizi alla persona, Simona Repole, in rappresentanza del Comune, del Country Manager Raffaele Calabrese De Feo e del Direttore dello Stabilimento di Rosignano, Nicolas Dugenetay, per Solvay Chimica Italia Spa.
L’amministrazione comunale aveva ricevuto la struttura in proprietà superficiaria per dieci anni e allo scadere di questi, tutto sarebbe ritornato alla Società Solvay, con la possibilità di accedere ai fondi del PNRR, il Comune ha ripreso il confronto con Solvay, fino al trasferimento definitivo del teatro che è stato ceduto per la cifra simbolica di un euro più Iva, ovvero 1,22 euro in tutto: un bonifico da “incorniciare” e inserire nella lunga storia del Teatro, che nel 2028 compirà i suoi primi cento anni di vita.
Un teatro che potrà continuare ad essere una delle memorie storiche del territorio, mantenendo per sempre il nome di Teatro Solvay (o Centro Culturale Solvay).
“Il Teatro Solvay ha sempre rappresentato un centro culturale e artistico pulsante, al servizio di tutta la comunità – afferma il Direttore Nicolas Dugenetay – di questo siamo particolarmente orgogliosi, poiché riflette lo spirito con il quale la sua realizzazione venne a suo tempo concepita e anche perché questo passaggio si allinea con la visione di Solvay, nell’ambito delle sue politiche di responsabilità sociale d’impresa e di promozione attiva dello sviluppo del nostro territorio”.
UN PO’ DI STORIA
Correvano gli anni Dieci del Novecento quando i fratelli Ernest ed Alfred Solvay cominciavano a intraprendere il percorso dello stabilimento di Rosignano per la produzione della soda secondo il processo chimico messo a punto da Ernest.
La fabbrica con i suoi capannoni e le ciminiere prendeva forma e accanto alla fabbrica cresceva quella che, anni dopo, a Rosignano Solvay sarà chiamata la “città giardino” in cui si mescolano architettura nordica con qualche richiamo alla mediterraneità dei luoghi.
L’insediamento di Rosignano, che aggiungerà poi Solvay per distinguere il nuovo insediamento dal borgo storico di Marittimo, era un luogo – siamo attorno al 1917 – nato dal nulla.
Lo stabilimento rappresentava il lavoro, le case per i dipendenti – tutte con orto o giardino – erano sinonimo di quiete domestica, gli edifici scolastici la volontà di fornire un’istruzione ai ragazzi, la chiesa serviva per nutrire l’anima, il “circolino” era lo svago dopo il lavoro come il circolo e stabilimento balneare dei Canottieri.
Mentre il complesso del Teatro Solvay – realizzato nel 1928 – era destinato a divenire, come poi è accaduto, un luogo di cultura che attraverso decenni raggiungerà vette di eccellenza. Tutto questo grazie alla passione di Dino Lessi, scomparso nel 2005 a 104 anni: era il direttore-organizzatore (dipendente della Solvay), l’anima di questo teatro di provincia.
Era un luogo, il Teatro, dove andava formandosi l’identità sociale e culturale della cittadina nella quale erano arrivate famiglie
dai territori limitrofi, ma anche da più lontano.
Per quanto riguarda la prosa sono passate da Rosignano tutte le più grandi compagnie, i più grandi attori e registi della scena italiana: Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, Gino Cervi, Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Annamaria Guarnieri, Valeria Moriconi, Manuela Kustermann, Enrico Maria Salerno, Valeria Valeri, Paolo Stoppa. Ma anche la lirica ha avuto un ruolo importante con la presenza di cantanti indimenticabili, dal livornese Galliano Masini a Mario Del Monaco fino a Magda Olivero.
Oggi, nell’atrio di ingresso e nel foyer, sono visibili locandine e altri cimeli storici che ricordano quelle stagioni cosi affascinanti e ormai lontane, per tutti coloro che amano frequentare il teatro.
Il teatro ha nel tempo mantenuto una sua identità e la funzione storica di luogo di aggregazione sociale e culturale, che ha senz’altro
avuto nuovo impulso a seguito dell’accordo tra Solvay e Comune di Rosignano Marittimo del 2017, grazie anche alla ripresa delle stagioni di prosa che hanno avuto un successo crescente.
Ma la struttura del Teatro e Cinema Solvay è anche altro, perché la Società Solvay aveva pensato e realizzato un edificio dove trovavano posto molteplici attività: il “circolino ricreativo”, la sala prove della Banda, le aule per i corsi di lingue, quelle per la musica e le sale per la scuola di danza, e ancora i corsi di pittura e di fotografia e l’Università Popolare ( c’è ancora), che gestiva e curava questo
patrimonio culturale che è stato fondamentale per la crescita della comunità di Rosignano Solvay.
Nel 2018, anno in cui il Teatro ha compiuto novant’anni, c’è stata una grande festa con una massiccia presenza di pubblico. Una serata fra amarcord e futuro. Una festa che ha permesso di ricominciare a scrivere una grande storia.