“Io per esempio… non mi vesto mai di bianco. Neppure al matrimonio. Sono così chiara di carnagione che mi sento nuda con il bianco. Da bimba mi chiamavano mozzarella”.
“Ecco, vedi… Lo sai già il motivo per cui non ti vesti mai di bianco. È proprio quel piccolo trauma lì ma non credi che sia arrivato il momento di non ascoltare più quella vocina? Sai cosa devi fare? Te lo dico io”.
“Cioè?”.
“Tira giù dall’armadio l’unica camicia bianca che sicuramente hai. Mettiti davanti allo specchio e inizia a ripetere: ‘Ma guarda che bella mozzarella che sono, proprio una bella mozzarella’. Te lo devi dire tutti i giorni”.
Ecco, la mia intervista a Sara Pachetti è finita così. Ed è iniziata con la sua personalissima idea di rivoluzione: “Vestirsi come vogliamo, anche se ci piace la modalità ‘vecchia zia’, gli abiti della nonna o gli abbinamenti azzardati tra fantasie completamente diverse”. Fregandosene del giudizio, dell’odiosa armocromia, libere di matchare stili diversissimi, anche di vestirsi male.
Sara Pachetti è un fiume in piena. Irresistibile anima spumeggiante di Veni Vidi Fashion Playground, negozio in via Domenico Guerrazzi a Pontedera con tanto di shop on line pieno di giochi ovvero scarpe, abiti e accessori vintage, nuove e di sartoria. I suoi video – che realizza e pubblica ogni giorno in pausa pranzo – sono mini-sfilate pazze e senza filtri che hanno stregato i social. Sara è una portatrice di messaggi positivi e di divertimento e la sua seguitissima rubrica “Bucce di stile” il 3 maggio sbarcherà alla Tenuta di Campo al Signore di Bolgheri.
VINO&VINTAGE
Sabato 3 Maggio, dalle ore 15:30 i cancelli della tenuta di Bolgheri si apriranno agli amanti del buon vino, della campagna e del vintage. Sarà presente un mercatino second hand e vintage dove Sara guiderà i partecipanti nella scelta di pezzi unici. Alle 18 piccola sfilata, nella quale i protagonisti saranno gli “incompresi” della giornata, pronti a dimostrare il loro vero potenziale grazie ai consigli di Sara Pachetti. Ingresso libero.
Sara Pachetti è nata a Pontedera nel 1985, cresciuta nel maglificio di famiglia, a 18 anni si è trasferita a Milano, dove ha conseguito il diploma di fashion designer alla scuola Marangoni e ha proseguito lavorando prima per catene e poi per concept store di lusso. Veni Vidi è nato nel 2018 e i social fin da subito hanno avuto un ruolo chiave, anche nel periodo covid: “Quando le persone non potevano fare altro che stare in pigiama a fare il pane, ho lanciato una sfida nella mia rubrica: mandatemi una foto con il vostro outfit più pazzo. Nel raptus collettivo di follia da sequestro mi hanno scritto anche dal Brasile”. Bucce di stile ha iniziato a farsi conoscere, poi l’algoritmo ha deciso di premiare la costanza di Sara e i followers con diventati un esercito.
Veni Vidi si definisce “un rifugio per coloro che abbracciano la propria unicità”. “Nel mio negozio ci sono capi sgnaccheroni e capi vintaggioni, anche qualcosa fatto da me: salvo gli scampoli e creo gonne a mezzaruota con l’elastico in vita. Fresche e leggere, che ci puoi andare anche in bicicletta. Ognuno sceglie come e cosa vuole esprimere di se stessa. E anche io scelgo di pancia, sono io la prima a divertirmi, ci metto la faccia per le mie bimbe. Anche mescolare fantasie diverse… perché no? All’auto-tune preferisco da sempre la voce stonata ma vera, calda e sentimentale di Battisti”.
Ed è per questo che oltre il vestito c’è di più, ovvero il Servizio psico-fashion, in pratica quello che ho ricevuto io a fine intervista ma in versione ampia e approfondita. Dedicato soprattutto alle donne e al loro guardaroba, ti offre le indicazioni chiave per sfruttare al massimo il privilegio di essere, ogni giorno, una persona diversa. Un’ora insieme in video-call: “Cosa facciamo? Chiedo di aprire le ante dell’armadio e mostrare i capi che si amano, quelli dimenticati o quelli che non si sa come abbinare”.
L’obiettivo è riscoprire il proprio stile, sentirsi sicura e unica per ogni occasione, utilizzando tutto quello che si ha già. Un modo per splendere in una società “fatta di pessimismo e paure che alimentano l’odio”, superando periodi bui e delusioni.
Perché divertirsi con abiti e colori, prendersi cura di sè è (anche) un’ancora di salvezza: “Anche io ne ho passate. Per esempio, dopo la fine di una brutta relazione, ho scelto di mantenere la routine quotidiana di skincare. Dieci minuti di meditazione, un territorio tutto mio. Sembra superficiale ma non lo è. Ed io alle mie bimbe ci tengo, voglio spalleggiarle, sempre e comunque…”. Con i vestiti e non solo.