“Il bosco è nostro e ce lo riprendiamo”.
Sarà capitato ad alcuni di voi di vederli. Di domenica mattina, armati di sacchi neri, guanti e tanta determinazione, lungo la strada che porta al borgo di Montescudaio. Una ribellione portata avanti da un gruppo di amici e che ha saputo coinvolgere sempre più persone, perfino semplici passanti. “Perchè non ne potevamo più di tutta quella bruttura nei nostri boschi”. E per bruttura si intendono batterie di macchine, vecchi materassi, lattine e plastica in quantità esorbitante. Sporcizia di ogni tipo, ma tanta, tantissima.
E’ iniziato tutto un anno fa circa, ora hanno pure un nome, si chiamano i Colli Marittimi Trashers, con un logo che riprende quello dei Danbury Trashers, squadra di Hockey americana. La scelta non é casuale, raccontano loro stessi: i Trashers sono la squadra che Jimmy Galante, noto mafioso statunitense, comprò a suo figlio, ex promessa (non mantenuta) di hockey, a causa di un brutto infortunio, facendolo poi presidente. Il padre aveva un’azienda di smaltimento rifiuti (da cui nome e logo) e il figlio, in linea con gli affari opachi della famiglia, comprava tutti i giocatori scartati dalle altre squadre: i più scorretti e indisciplinati della Lega. Ogni partita finiva in rissa. La squadra diventò una vera e propria leggenda seguita da una moltitudine di tifosi, fino a quando Galante fu arrestato per associazione mafiosa.
“La storia dei Trashers raffigura la mancanza di disciplina, l’organizzazione anarchica di un gruppo completamente eterogeneo, unito da grande passione e determinazione nel ripulire i nostri boschi da ogni tipo di rifiuto: dalle batterie abbandonate dagli spacciatori alle lattine vuote lanciate dal finestrino dalle auto in transito”.
Alla guida di questa “banda” c’è
Enrico Fedeli, montescudaino, consigliere comunale, appassionato di funghi e conoscitore di questi boschi. Un anno fa, dopo uno dei suoi soliti giri in cerca di funghi con un amico, lo sdegno è stato troppo. “I rifiuti lungo la strada sono sono una minima parte.
Ti addentri nel bosco e trovi cose clamorose: bivacchi e accampamenti, tende abbandonate, batterie delle auto con i caricabatterie dei cellulari ancora attaccati, quantità di plastica, vetro e vestiti allucinante”.
Purtroppo il probema è tristemente noto. In questi boschi stazionano bande di spacciatori di droga. Con conseguenze anche sulla sicurezza stradale, peraltro. I vestiti sono usati spesso come merce di scambio dai clienti, le batterie delle auto, altamente inquinanti, per avere energia elettrica, il resto sono rifiuti frutto dei loro accampamenti: quindi scatolette e bottiglie, perfino saponi e lamette. Ma non ci sono solo i rifiuti degli spacciatori. Ci sono anche quelli del cittadino comune e anche questi in quantità abbondante. “Ma per lo più datati, che comunque non sono mai stati levati”. C’è la questione ambientale e c’è quella sociale.
Uno spazio pubblico precluso a persone per bene. E’ ingiusto
Rientrati dalla ricerca di funghi, sono tornati nei boschi ma questa volta per fare pulizia. La prima volta in pochi amici, poi sempre di più. E le uscite anche sono diventate più frequenti. Nell’ultimo mese ogni domenica mattina e c’è chi si è offerto di preparare un pranzo, per i volontari, che è già diventato una tradizione. “E ci sono state mattine nelle quali persone che passavano in macchina, incuriosite si sono fermate e poi si sono anche aggregate”. L’idea è partita dalla volontà di fare qualcosa contro il fenomeno che rende questi boschi una territorio quasi interdetto a tutti gli altri. “Ci sono persone anziane in paese che qui non vengono più, perchè ci sono loro, perchè hanno paura. Uno spazio pubblico, di tutti, precluso a delle persone per bene, e questo è profondamente ingiusto”.
Non solo i boschi di Montescudaio.
Due domeniche fa è toccato a Guardistallo. Anche qui stesso problema.
“Ma è curioso che sono diverse le modalità di abbandono dei rifiuti. Mentre a Montescudaio li trovi intorno all’accampamento, a Guardistallo vengono abbandonati lontano da dove c’è il bivacco. Fanno sacchi e li gettano nei rovi, dove la vegetazione è più fitta. Che è ancora più difficile fare pulizia”.
Le domeniche di ribellione dei Trashers continuano. Tornano a Guardistallo:
domenica 13 febbraio, dalle 9 alle 12 iniziativa di pulitura del bosco, ritrovo alle 9 in piazza della Chiesa per chiunque voglia partecipare, unica raccomandazione di indossare guanti e pettorina alta visibilità. E alla fine, sotto la tettoia dell’area festa, “porta party” e brace a disposizione.
“Vorremmo coinvolgere sempre più persone. Soprattutto giovani. Quello che spaventa della situazione è la sensazione che ci si debba a rassegnare a conviverci. La resa”.
Ma c’è chi non si arrende. Bravi!