All’interno delle Colline livornesi, a circa 175 msl, in una solcatura valliva incisa dal torrente Ugione, sorge quel che resta dell’Eremo di Santa Maria alla Sambuca. Il nome pare derivi proprio dalla particolare collocazione e dalla presenza dei religiosi, cioè una “buca santa”, ed è quello che si percepisce nel praticare questo trekking proposto da Azimut Trek, un’associazione di guide innamorate del territorio toscano.
Un trekking che abbiamo provato per voi!
Dal Cisternino in località Pian di Rota, nella campagna a pochi chilometri dal centro di Livorno, siamo partiti seguendo i resti lorenesi del bellissimo acquedotto che portava l’acqua dalle sorgenti di Colognole. Un ambiente aperto e assolato fino a che non ci si addentra in quella che diventa vera e propria macchia.
Pungitopi si alternano a violette tipiche di questo periodo, in una passeggiata caratterizzata da poco dislivello, semplice ma snodata abbastanza da non annoiare. E meno male era semplice, perché per arrivare all’eremo ci sono volute 3h!
un percorso ad anello per un totale di 6 ore, per niente pesanti e molto distensive
Per la strada si incontra Villa Serena, uno stabile per lo più utilizzato dagli scout (presenti immancabilmente anche nella nostra occasione con le loro chitarre), raggiungibile comunque anche con le auto per chi avesse voglia di arrivare all’eremo senza scarpinare o in notturna, quando di giugno si popola di lucciole a dismisura creando uno spettacolo suggestivo e imperdibile a detta della nostra guida.
A dirci queste cose e a indicarci la via è stato Giulio Cuccioli che ha saputo farci apprezzare la bellezza del luogo spostando la nostra attenzione di volta in volta dai mulini orizzontali, tipici del territorio e delle comunità monastiche, alle cave di bauxite presenti in zona.
Arrivati all’eremo un pranzo al sacco al sole e un buon caffè offerto da Giulio, rigorosamente fatto con la moka su un fornellino da campeggio, perché anche la ritualità vuole la sua parte.
per chiudere in bellezza un ponce è la morte sua!
Dopodiché ripartenza per una strada alternativa ma attigua e simile, in un percorso ad anello per un totale di circa 6h, per niente pesanti e molto distensive, nelle colline livornesi. Al ritorno un piccolo consiglio, fermatevi al bar da Aurelio, proprio davanti al Cisternino: per completare l’esperienza della giornata livornese un bel ponce è la morte sua, ma nel caso foste affamati dalla lunga camminata lì troverete formaggi e salumi di qualità per una buonissima merenda.