Neanche il tempo di tornare da Budapest campione del Mondo nella 25 chilometri in acque libere, che è ripartito per Parigi per la seconda tappa della World Series e si è messo al collo un’altra medaglia d’oro, conquistata nella staffetta 4×1500 mixed. 27 anni, una vita trascorsa in vasca (e in mare, e nei laghi, e nei fiumi…), cecinese. La storia di Dario Verani parla di sacrificio, determinazione e passione.
I risultati non devono diventare un’ossessione. Quello che conta è divertirsi
L’inizio è nella piscina comunale di Cecina, a 6 anni. Fin da subito scopre l’agonismo. Il nuoto c’è sempre stato, tranne per una breve pausa, con il canottaggio, ma senza mai abbandonare del tutto la vasca. Il passaggio dalla piscina “al chiuso” alle acque libere c’è stato nel 2011, quando aveva 15 anni. “Il merito è del mio allenatore, che veniva da questo sport e che mi ha trasmesso la passione. Io già facevo le lunghe distanze ma in vasca. Ero portato e mi divertivo con le sfide di resistenza”.
Con il nuoto in acque libere è stato amore da subito. Cambia tutto. “E’ quasi un altro sport. Non sei da solo nella tua corsia, in gara c’è il contatto fisico con gli avversari, un circuito da fare e strategie da mettere a punto. Ogni gara è diversa: sei in un luogo diverso e cambiano completamente le condizioni, che sia mare o lago, che ci siano correnti o meno, le condizioni meteo, il tipo di circuito da fare… E poi sei sempre a contatto con la natura, e a volta anche degli animali! Nel nuoto di fondo devi studiare le traiettorie da tenere e gli altri avversari. Si tratta di resistenza ma anche tanta tattica”.
ogni gara ha una sua storia e può insegnarti qualcosa
I risultati sono arrivati presto. Nel 2016 (la prima volta che ho intervistato Dario, ndr), a 20 anni, vinceva la coppia Len, primo italiano a conquistare l’oro per due volte di fila. Nel 2022, a giugno, è arrivato sul tetto del mondo: l’oro nei Mondiali a Budapest. “E’ da settembre che la preparavo e sapevo di poter fare una buona gara. L’obiettivo era il podio”. Sul podio c’è salito, ma sul gradino più alto, chiudendo i 25 km 5h02’21″5, davanti al superfavorito.
Mai accontentarsi. L’obiettivo prossimo è a stretto giro di boa: gli Europei a Roma ad agosto, non c’è molto tempo. Tra i mondiali a Budapest e i World Series a Parigi non si è mai fermato, e anche adesso è già tornato in acqua. “Faccio dieci allenamenti a settimana da 2 ore e mezzo, più 3 in palestra. Una 40ina di ore a settimana”. La sua base adesso è a Roma, nel gruppo sportivo dell’Esercito.
E’ giovanissimo ancora, ma parla con l’esperienza di chi è tutta la vita che segue questi ritmi, con determinazione e abnegazione. E sacrificio anche. “Ma soprattutto divertimento. E’ questo che direi a chi vuole dedicarsi allo sport da agonista, nel nuoto in acque libere ma alla fine vale sempre. Se si sente troppo la pressione del risultato, si rischia di bruciarsi. Il mio consiglio è di non aspettarsi niente, di godersi gara per gara, e soprattutto di divertirsi. Ogni gara è una storia a sè e può insegnarti qualcosa. I risultati arrivano, o magari no, ma sono solo il contorno, non devono mai diventare un’ossessione”.