Sono 8 gli appuntamenti previsti per Le vie del giornalismo a Castagneto Carducci, che torna nella sua sede originaria pre-pandemia, nella suggestiva piazzetta della Gogna nel borgo di Castagneto Carducci. Nelle vie del giornalismo, per ogni sua edizione, c’è un tema, che è la cifra del nostro presente. E c’è l’amore per una professione: il giornalismo che da anni vive una crisi d’identità. Annodando questi due spunti si giunge al cuore della rassegna che viaggia tra la scrittura letteraria e il giornalismo. Giornalisti, professionisti dell’informazione e scrittori presentano i propri libri volgendo uno sguardo sulla contemporaneità.

 

le vie del giornalismoRelativo è la parola guida di questa edizione, per spiegare il motivo della scelta è stata presa in prestito una frase di LaoTse: Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo la chiama farfalla. “Ancora le vie del giornalismo e stavolta di nuovo alla Gogna- ha commentato Sandra Scarpellini, Sindaca di Castagneto C.cci che organizza la rassegna- Una nuova edizione dal tema “Relativo”, in un tempo complesso contrassegnato dalla necessità di valorizzare più punti di vista, di non cristallizzare le proprie idee, aperti a sguardi nuovi e diversi, per non avere la presunzione di certezze assolute. È un approccio doveroso dell’informazione e mai come in tempi così controversi e complessi ci pareva utile spunto per tutti noi Abbiamo un ricco parterre di ospiti che ci permetteranno di avere più sguardi sulla realtà e di ricordare ad esempio che la fine del mondo del bruco è per tutti gli altri una splendida farfalla che vola verso la libertà.”

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L’inaugurazione domenica 24 luglio ore 21,15 con il giornalista e critico Roberto Rinaldi, con il quale si parlerà di Esterno notte 1 e 2 il film di Marco Bellocchio che racconta i fatti di cronaca accaduti durante il 1978 con il rapimento e la prigionia di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e principale sostenitore dell’alleanza con il Partito Comunista Italiano. Alla fine, in un’epoca storica segnata dal terrore delle Brigate Rosse, il corpo di Moro viene rinvenuto in Le vie del giornalismo, nel centro di Roma il 9 maggio 1978 in via Caetani a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI. Dalla realtà alla finzione cinematografica fino ad arrivare alla testimonianza di un uomo che vide tra i primi arrivati davanti alla Renault rossa, il corpo di Moro. L’intervista pubblicata su www.rumorscena.com, diretta da Rinaldi, racconta cosa accadde in quei primi istanti concitati che seguirono la scoperta e del perché il testimone si trovava a Roma in quei giorni.

Martedì 26 agosto Le vie del giornalismo ospiterà un’altra illustre testimone di un efferato delitto di cui ancora oggi non sappiamo i retroscena: quello di Pier Paolo Pasolini che avrebbe compiuto cento anni il 5 marzo 2022. Un traguardo negato da una morte violenta il 2 novembre 1975, quando il suo cadavere venne rinvenuto sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. Lucia Visca fu la prima giovane giornalista testimone del massacro, a quasi 50 anni dal delitto riflette sul complesso rapporto che legava Pasolini a Ostia e alla morte. Il suo ultimo libro “Pasolini 1922 – 2022 Un mistero italiano” ripercorre ancora una volta la vicenda. In appendice i documenti per comprendere perché l’assassinio di Pier Paolo Pasolini è l’ultimo mistero italiano senza soluzione.

Francesco Merlo
Francesco Merlo

Giovedì 28 luglio Francesco Merlo, una delle più autorevoli firme di Repubblica, con il collega Luca Telese daranno vita alla Serata Berlinguer dialogando sul libro di Luca Telese, La scorta di Enrico. Berlinguer e i suoi uomini: una storia di popolo. I protagonisti della storia raccontata nel libro vengono dalla resistenza: al fascismo, alla violenza, alla fame. Dalle montagne partigiane alle catene di montaggi, sono arrivati a una medesima destinazione: il Partito comunista italiano. Che a un certo punto delle loro vite si incarna nella figura di un uomo, Enrico Berlinguer. Questa è la loro storia, intrecciata a quella del loro leader. È fatta di tante vicende pubbliche – dalla primavera di Praga al golpe cileno, dalla rottura con Mosca all’attentato di Sofia – e di altrettante testimonianze private che illuminano vittorie e pericoli, scorci di confidenze e di intimità. Racconta gli anni al servizio di una missione, per il partito e per il Paese, che univa le famiglie di Berlinguer e dei suoi uomini in una paura fin troppo concreta, come dimostra il tragico destino di Moro e della sua scorta. E si allarga nella foto di gruppo di un popolo che nella stagione breve e folgorante di Berlinguer visse la propria appartenenza politica con un’intensità forse mai più raggiunta.

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Luca Telese

Venerdì 29 le vie ospiteranno Ugo Lucio Borga, fotoreporter e giornalista, il suo lavoro si concentra su conflitti armati e sulle crisi umanitarie. Ha coperto, tra le altre, le guerre in Africa, in Afghanistan, Iraq, Filippine, Ucraina. I suoi reportage sono stati pubblicati dalle maggiori testate nazionali e internazionali. È presidente dell’Associazione Six Degrees, che ha lo scopo di raccontare le guerre, soprattutto quelle dimenticate, i conflitti etnici, religiosi e razziali e le problematiche connesse all’immigrazione. I suoi ultimi libri sono: Il sudario di latta Taccuini di Guerra, (Marco Valerio Edizioni) e Soldat 1, guerra in Ucraina (Musumeci Editore).

Ugo Lucio Borga
Ugo Lucio Borga

Sabato 30 luglio Lorenzo Sani, giornalista, scrittore e grande penna dello sport italiano, con una particolare predilezione per la pallacanestro. Sua, all’inizio degli Anni Novanta, la rubrica di satira cestistica Sani da legare, pubblicata su “Giganti del basket”. Già inviato speciale del Quotidiano Nazionale, è stato impegnato dapprima al seguito delle più importanti manifestazioni sportive in Italia e in campo internazionale, Olimpiadi incluse, poi con inchieste e reportages sui principali fatti di cronaca, politica e costume. Scamunera è il suo ultimo libro ed è la storia di una famiglia criminale che dà origine alla faida più cruenta che si ricordi in Puglia, esplosa sul finire degli anni Ottanta. Sulla scorta di atti giudiziari e testimonianze, prende vita un racconto fantastico, ispirato a quel terribile periodo segnato da oltre 160 omicidi a Taranto e dintorni nel giro di pochi mesi.

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Fabio Cantelli

Giovedì 4 agosto si parlerà di Sanpa madre amorosa e crudele di e con Fabio Cantelli Anibaldi, che tra il 1992 e il 1995 è stato capo ufficio stampa di San Patrignano. Approdato al Gruppo Abele, di cui è oggi vicepresidente, ha diretto il mensile Narcomafie e, dal 2005, cura la comunicazione di don Luigi Ciotti. Nel 1996 ha pubblicato La quiete sotto la pelle (Frassinelli), romanzo sulla sua esperienza nella comunità di San Patrignano, di cui è stato prima ospite e poi responsabile dell’ufficio stampa. Il romanzo è stato ripubblicato nel marzo 2021 da Giunti col titolo Sanpa, madre amorosa e crudele in cui la comunità fondata da Vincenzo Muccioli è tema centrale, ma in queste pagine c’è molto altro. C’è il perseguire estasi al confine tra vita e morte e c’è la grandezza di un uomo, Muccioli, degenerata in megalomania con l’espansione incontrollata della comunità. Il tutto scandito da una scrittura inedita. Fonte d’ispirazione per gli autori di Sanpa. Luci e tenebre di San Patrignano, docufilm messo in onda su Netflix che ha suscitato tanta attenzione e clamore, questo libro è però, innanzitutto, un’opera letteraria, un memoir bruciante e sofferto che trascende l’occasione che lo ha generato e rivela il talento di uno scrittore.

Venerdì 5 agosto l’ospite sarà Jacopo Storni giornalista del Corriere della Sera, Corriere Fiorentino e Redattore Sociale, si occupa di tematiche sociali, con attenzione particolare all’immigrazione. Fratelli è il suo ultimo libro che racconta la nascita di un legame speciale durante la prigionia e poi il percorso per ritrovare l’amico perduto. Jacopo Storni, giovane giornalista appena laureato, con il mito di Kapuscinsky parte per l’Etiopia per testimoniare i massacri e gli eccidi dell’esercito etiope nella remota e sperduta regione dell’Ogaden, a maggioranza somala. Viene arrestato dai militari che lo bloccano lungo il camino e con lui viene imprigionato anche Mohamed, il ragazzo etiope di etnia somala che lo accompagna. Sono giorni difficili, tra la vita e la morte. I due coetanei, uno nato in Africa e l’altro nel benessere occidentale, si raccontano dei loro mondi agli antipodi. La disperazione è tanta soprattutto per Jacopo, poi improvvisamente, quando la speranza sembra ormai giunta al capolinea, Storni viene liberato, ma solo dopo dieci anni scopre per caso una dolorosa verità: Mohamed, il suo compagno di cella, colui che in quei giorni terribili è stato il suo unico appiglio con la vita, colui che, gli avevano assicurato, era stato liberato, in realtà non è mai stato rilasciato.

Sabato 6 agosto le conclusioni di questa rassegna spetteranno al filosofo Vittorio V. Alberti, direttore della rivista on-line “Sintesi Dialettica” (www.sintesidialettica.it), docente di Filosofia politica e ricercatore di Storia moderna e contemporanea.  Tra i suoi libri: Non è un paese per laici (Bollati Boringhieri); Per un nuovo umanesimo. Come ridare un ideale a italiani e europei (Solferino-Corriere della Sera), scritto con Luigi Ciotti; Pane sporco. Combattere la corruzione e la mafia con la cultura (Rizzoli) con prefazione di Giuseppe Pignatone. Le vie del giornalismo sono curate e coordinate da Elisabetta Cosci con Cristina Caccia. L’organizzazione è della Biblioteca Comunale Ilaria Alpi in collaborazione con EDA servizi. L’ingresso è libero.