I tramonti mozzafiato, il profumo e il ritmo del mare. Le vele delle barche e tutta quell’apertura al mondo che un porto turistico può regalare. Il nome sull’insegna racconta tanto: “Land’Ho”. Ovvero: Terra in vista!. “Il senso è duplice. E’ la scoperta, carica di paura ed entusiasmo. Ma rappresenta anche il ritorno a casa, la sensazione di familiarità, il desiderio di rivedere i cari”. Daniela Gamberucci è la ‘timoniera’ del “Land’Ho”, il bistrot di Cala de’ Medici, a Rosignano. Un luogo del cuore per lei che è nata a Colle Val d’Elsa ma già da piccolissima trascorreva le sue estati divisa tra Montalcino e Castiglioncello.
“A 27 anni mi sono trasferita qui, per amore. Ho mollato tutto e ho iniziato a lavorare come bartender. Dal 1996 al 2006, per dieci anni, mi sono occupata della parte bar, la mia vita era in notturna. Alla ristorazione vera e propria sono arrivata solo nel 2006”. Prima sul lungomare, nella sua “Banchisa” dove Daniela ha iniziato a lavorare proprio con chi il porto, allora, lo stava costruendo. Poi, dal 2019, all’interno di Cala de’ Medici. Nuova esperienza, nuovo nome. “Land’Ho” nasce dalla voglia di cambiare, di fare il salto “e racchiude tante emozioni mie personali”.
“I locali sono sempre stati la mia estensione, la mia casa. L’importante per me è la sensazione di familiarità e agio”. Pausa, da tutto e tutti. “Il bello di cucinare per i velisti e gli armatori è che hanno imparato la pazienza in mare. E questa cosa mi piace tantissimo”. Il pranzo come la cena diventano davvero un momento di piacere.
“Land’Ho” propone i sapori “del nostro mare” ma con qualche ricetta particolare, cura dei dettagli, stagionalità. La cantina è il cuore di tutto. Una scelta che arriva dalla vita precedente, quella da bartender. Ascoltare Daniela e capire la sua filosofia è già di per sé un’esperienza. “Oggi il cocktail è qualcosa di forte, alcol da buttare giù. La mia visione è diversa: il cocktail è una declinazione di un distillato o di un liquore”.
“Faccio un esempio: si può gustare un rhum meraviglioso, magari accompagnato da frutta secca, cioccolato, arance candite. Come esce dalla bottiglia, con lo stesso spirito di un filetto sulla brace che non ha bisogno di altro. Ma esistono anche i filetti al tartufo, all’aceto balsamico…. E quelli sono i Daiquiri, i Dark ‘n’ Stormy. I miei cocktail sono così, un momento che coinvolge i quattro sensi. E anche la nuova drink list di stagione, in fase di preparazione, racconta tutto questo. Profumi e sapori invernali, caldi e consistenti. Meno dissetanti ma più corposi“. Lo stesso percorso che sta compiendo il menu: proprio in questi giorni sono arrivate le polpette di razza saltata con burro e salvia, parmigiano e patate, servita su un letto di crema di zucca. Esempio di quello che nelle prossime settimane arriverà in tavola, comprese le serate a tema e quelle di degustazione (la prima: giovedì 20 ottobre con cena e musica).
A condire tutto c’è (anche) il senso di squadra: al bar Raffaele, origini calabresi e 25 anni di esperienza in piazza del Campo a Siena, in sala Flavia “Flavietta” (“che tutti scambiano per mia figlia”), in cucina da tre stagioni Paolo, che viene da Castiglioncello. E poi c’è Jacopo “Japi” con Daniela da 13 anni. “Lo storico della squadra”.
“Qui d’estate si parla pochissimo italiano, a giugno e settembre quest’anno ho lavorato quasi esclusivamente con stranieri. E quando lo parli, l’italiano, scopri dall’altra parte il dialetto di tutte le regioni d’Italia. L’asticella è alta. Il porto è un mondo particolare, stimolante, diverso da tutto il resto”. Poi dopo un’estate intensa (con la rassegna “Ti porto dove c’è musica“), arriva l’autunno. La calma. E succede. “Al tramonto cala il silenzio e senti solo il rumore delle sartie. Ed è tutto bellissimo”. La pausa, il piacere. Casa.