Qualcuno le chiama ragazze, qualcuno bimbe. E loro si girano, di scatto, senza indugio. Perché il loro spirito non ha davvero età. Le storiche cuoche di Riparbella sono una certezza. Non solo della Sagra del Cinghiale in corso questo fine settimana e il prossimo (15, 16 e 17 novembre) ma di tutte le feste che la proloco organizza.
Ubaldina ha 89, Anna 87, poi c’è Ottorina che ne ha solo 80. “Ho cominciato a cucinare a 16 anni, quando è morta la nonna – racconta Ubaldina, nata e cresciuta a Riparbella – C’era miseria, poca roba, pollo, coniglio, fagioli, patate… E adesso cuciniamo per tutti. Il problema è che ci sono pochi giovani che vogliono imparare. Durante le feste e le sagre aiutare a servire… ma in cucina non ci stanno!”. In compenso le tavolate sono sempre da tutto esaurito. Pappardelle al cinghiale, polenta e lasagne al ragù di cinghiale, polenta cacio e olio novo, cinghiale in salmì, stinco di maiale coi fagioli, grigliata mista, castagnaccio e cantuccini, il vino delle cantine di Riparbella. Una formula rodata, sinonimo di tradizione e amore per il proprio territorio.
Anche Ottorina è entrata in cucina da piccola, imparando passo passo dalla nonna. “Nel podere avevamo polli e conigli… adesso a gestirlo ci pensa mia figlia ma lei per la cucina non è come me… Io sono brava anche a fare il pesce”.
Non sentono la fatica, o se la sentono (come è normale che sia) portano comunque in fondo il loro compito con tenacia, mettendo in campo gesti sapienti e l’esperienza di una vita. Il cinghiale è di Ottorina, Ubaldina fa il ragù e le lasagne, Anna è la regina della zuppa: “Sono nata a Peccioli poi mi sono trasferita a Riparbella per amore. Ho imparato tutto da mamma Caterina. Il segreto della zuppa alla Riparbellina? Non lo svelerà mai! Però posso dire che servono tante verdure, fagioli, il pane casalingo posato. E deve essere bella densa”.
Alle mitiche tre cuoche Vincenzo Marano Esposito ha dedicato un murale celebrativo, con i volti dei personaggi del paese, e nella mappa al centro del nuovo murale di Daniel Munoz (realizzato per il festival “La collina delle fiabe”) c’è la panchina in cui le ragazze sono solite trovarsi per fare le loro chiacchiere e anche il percorso di 19 km che Anna percorreva ogni giorno per andare a scuola a Miemo.
Le “bimbe” saranno impegnate tra i fornelli stasera e domani, a pranzo e cena. Questa 52° Sagra del Cinghiale sarà l’ultima che si svolgerà tra i tavoli della ‘vecchia’ tensostruttura riscaldata di Largo Carlo Alberto dalla Chiesa, pronta ad essere totalmente riqualificata. Per Anna, Ottorina e Ubaldina sarà una nuova avventura da affrontare con entusiasmo.