Dieci anni fa, in occasione dell’8 marzo, fui invitato a parlare ad un congresso organizzato dall’Associazione Donne medico Italiane di Perugia.

Di cosa poteva mai parlare un medico uomo di fronte a una platea di medici donne? Parlai di loro, della loro storia. Una storia cancellata, rimossa, così come nei secoli lo sono state le donne, sia come pazienti che come professioniste. 

È stato negato loro l’accesso alle cure, il diritto allo studio, la possibilità di esercitare la professione di medico, il riconoscimento dei risultati raggiunti, anche in campo scientifico.

2500 anni di storia e donne, piene di risorse, che hanno lottato per fare questa professione

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Agnodice, nell’Antica Grecia, si travestiva da uomo per poter curare. Una volta scoperta, venne condannata a morte.

Trotula de Ruggiero, in epoca medievale, donna della scuola medica di Salerno, la prima a trattare la prevenzione, a sottolineare l’importanza dell’igiene, di una alimentazione equilibrata e dell’importanza dell’attività fisica, la prima a proporre la sterilità anche maschile. Ovviamente i suoi scritti nei secoli vennero attribuiti ad altri. Uomini. 

Uomini guaritori, sono medici. Donne guaritrici, sono streghe. E allora si bruciano. 

Da Agnodice a James Stuart Barry, donna travestita da uomo, chirurgo militare di inizio ‘800, che dopo la sua morte viene riconosciuta come Miranda Barry, vittima del pregiudizio che negava alla donna di operare (per giunta in ambito militare).

In Italia solo nel 1986 viene riconosciuto a Rita Levi Montalcini un riconoscimento prestigioso: il premio Nobel.

Già 10 anni fa, in occasione del mio intervento a quel congresso, le donne iscritte a medicina erano più del 60%. Eppure il Consiglio Superiore di Sanità era composto da 3 donne e 36 uomini.

Oggi, quando si è trattato di formare un Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza pandemia, incredibilmente, non si è trovata neanche una donna “degna” di farne parte. Negli ospedali i reparti hanno spesso percentuali maggiori di donne medico ma poi il primario, eh, primario lo dice la parola stessa, è un uomo.

2.500 anni di traguardi in salita, ma di strada purtroppo resta ancora da farne.

Riccardo Ristori

Riccardo Ristori è medico di emergenza urgenza, direttore scientifico di Salvamento Academy, autore di numerosi manuali sul primo soccorso pediatrico che sono alla base di corsi di formazione.
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