Al termine di un restauro durato quasi 10 anni la Basilica della Natività di Betlemme, in Palestina, è tornata a far risplendere la sua originaria bellezza.
Un luogo simbolo dell’umanità restituito ai fedeli di tutto il mondo, moderni pellegrini, che seguono le orme di donne e uomini che nel corso dei secoli hanno venerato il luogo della nascita di Gesù.
C’è una possibilità di conoscere da vicino l’impresa che ha restituito a nuova vita le bellezze artistiche ed architettoniche della chiesa più antica della cristianità, ed è un grande percorso espositivo, una mostra Bethlehem Reborn – Le Meraviglie della Natività, che sarà visitabile alla Torre di San Vincenzo da martedì 20 dicembre a domenica 8 gennaio e racconterà le scoperte dei nuovi scavi archeologici e dei complessi interventi di restauro attraverso gli occhi e le voci dei pellegrini che nel corso dei secoli hanno venerato il luogo della nascita di Gesù.
Parole e pensieri che accompagnano il visitatore del XXI secolo a scoprirsi egli stesso un moderno pellegrino. Una narrazione che va oltre la storia politica e quella dell’arte, che ricompone in un grande affresco la storia della devozione, fatta di riti, di preghiere e di meraviglia.
Un’esperienza di conoscenza e di spiritualità destinata a cambiare il concetto di restauro e di pace.
Il racconto si dipana dall’epoca dei primi cristiani che veneravano una semplice grotta, all’età degli imperatori bizantini, che costruirono le più magnificenti basiliche dell’antichità, successivamente fortificate e sfarzosamente decorate dai cavalieri che fondarono il Regno Crociato di Gerusalemme.
Il percorso espositivo si spinge fino ai giorni nostri, attraversando un lungo periodo di abbandono e degrado che aveva messo in serio pericolo le architetture del monumento, fino al momento in cui, grazie ad un accordo storico, l’ Autorità Nazionale Palestinese ha impegnato ingenti risorse economiche e professionali per gestire un progetto di restauro in condizioni sociali, politiche e diplomatiche molto delicate, armonizzando le istanze delle tre comunità religiose responsabili del santuario: il patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, i francescani della Custodia di Terra Santa e il patriarcato armeno di Gerusalemme.
L’itinerario espositivo impiega il progetto di restauro come fosse un filo che permette di ricucire una storia molto più grande: quella del monumento più antico della Cristianità raccontato attraverso gigantografie fotografiche, postazioni video e suggestive riproduzioni dei reperti più significativi, come alcune delle pitture su colonna, il mosaico di uno dei volti angelici, una delle lampade vitree ritrovate dagli archeologi e un meraviglioso modello tridimensionale in scala 1/50 che permette di osservare da vicino l’edificio.
Il modello, realizzato in resine bioplastiche dal Dipartimento di Ingegneria civile e architettura dell’Università di Pavia, è il frutto di un lavoro durato sette mesi durante i quali dieci stampanti 3D hanno lavorato per oltre 9.730 ore.
La mostra, patrocinata dal Comune di San Vincenzo, organizzata con Bethlehem Development Foundation e Piacenti, è promossa dall’Alto Comitato Presidenziale per gli Affari con le Chiese, dal comitato Presidenziale per il restauro della chiesa della Natività e dall’Ambasciata della Palestina presso la Santa Sede.
La descrizione è affidata ai testi dell’archeologo Alessandro Fichera che ha personalmente seguito gli scavi archeologici e l’analisi delle architetture del monumento, ai video di Tommaso Santi, sceneggiatore e regista, autore del pluripremiato documentario ‘Restaurare il cielo’ e del documentario ‘Le meraviglie di Betlemme’, e a Taisir Hasbun, curatore e direttore artistico di origini palestinesi da lunghi anni residente in Italia.
La mostra sarà visitabile dal 20 dicembre (inaugurazione ore 17) tutti i giorni dalle 15.30 alle 18.30.
Chiusure eccezionali il 24 e il 25 dicembre e il 1 gennaio.
Ingresso libero
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