La premessa è d’obbligo: non sono un tipo da campeggio. In 47 anni di vita non ho mai montato una tenda e, ad esclusione di una notte in cima alla Pania quando di anni ne avevo 20, non ho neppure mai dormito en plein air. Detto questo, anche io ho fatto il mio debutto. Un fine settimana in campeggio che è stato come lasciarsi andare ad un salto nel tempo. Nella semplicità, lontana da mode e pretese.
Destinazione: Riotorto
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Mare indiscutibilmente bello. Siamo nel Parco naturale della Sterpaia, la spiaggia è da bandiera blu. Stabilimenti balneari si alternano a tratti liberi. Al mare si va essenzialmente in bici e per farlo – dal campeggio Campo al Fico, il piccolo mondo in cui ho trascorso due giorni in una roulotte di quelle stagionali (attrezzatissima e dal tocco inconfondibilmente femminile) – è necessario caricarle stile mulo. Poi ognuno è chiamato ad armarsi di un po’ di buona volontà. Perché per raggiungere la spiaggia si deve uscire dall’area del campeggio, percorrere un tratto (in sicurezza) sulla provinciale, rientrare in un vialetto sterrato (svoltando all’altezza di due covoni di fieno) e attraversare prima i campi e poi il bosco. Una bella pedalata di dieci-quindici minuti, che arriva fino al Nano Verde, ombelico del mondo che – soprattutto nel week end-, è il regno felice dei giovani e degli aperitivi. Finita la giornata in spiaggia si ricaricano le bici (tra sdraie, ombrelloni e borse frigo) e si torna al campeggio. Dove la quiete si mescola all’essenzialità.
In zona ce ne sono tanti, di campeggi. Campo al Fico, per esempio, si estende in una porzione di terreno circondata da un altro camping, molto ampio e con accesso diretto al mare. Ma Campo al Fico è stato il primo realizzato nel Parco naturale. Ha un suo primato. E anche se, in questo contesto, oggi appare un po’ come una Cenerentola, a pensarci bene proprio il mantenersi senza tempo può essere il suo punto di forza. Tende, roulotte, bungalow. Poi c’è la piscina, il piccolo emporio, il bar e il ristorante-pizzeria. L’area cani (qui è tutto dog-friendly) e il campo da tennis. Niente a che vedere con quello che al giorno d’oggi piace tanto ai modaioli, dal glamping (per una vacanza green ma di lusso) ai villaggi dall’animazione serrata, con spettacoli, tornei, e iniziative ogni sera. Campo al Fico, struttura a conduzione familiare, è sinceramente vintage. E ti invita a fare solo una cosa: staccare.
Ma c’è un altro punto di forza…
Gran parte degli ospiti si conoscono da decenni. Molti sono cresciuti lì, di estate in estate, qualcuno è praticamente nato lì, nel vero senso della parola. I ragazzi trascorrono in campeggio intere estati, da giugno a fine agosto e anche oltre. Fiorentini, pisani, livornesi si danno appuntamento da un anno all’altro e a primavera iniziano a scalpitare per rivedersi. Come accadeva nel tempo ormai lontanissimo delle ‘villeggiature’, quando – moglie e figli al mare, mariti in città – trascorrevano tre lunghi mesi in piccole e grandi località balneari. E i gruppi diventavano famiglia.