CenerpentolaIronica e graffiante. Sincera. Una donna dalle tante anime e dalla inesauribile vitalità. E’ Stefania Camurri, chef, blogger e scrittrice. La sua vita adesso è un libro: “Cenerpentola”. Nato dalla voglia di raccontarsi e da quella di mettere nero su bianco il peso dei pregiudizi, il percorso di accettazione di un ex obesa che ancora, nella testa e nel quotidiano, sta combattendo la propria battaglia. Sarà appunto Stefania Camurri la protagonista del prossimo appuntamento di RestART” negli spazi de ll Corridoio-Laboratorio in via Indipendenza a Venturina.

CenerpentolaMercoledì 13 luglio alle 19 dialogherà con la giornalista Francesca Bianchi Badalì.news e con la psicologa Valentina Bezzi, sua compagna di avventure nel blog “Cenerpentola & Lalia” nel quale si divertono a parlare di cibo e sesso.
Presente alla serata anche Gianna Tutta Panna con il suo gelato e il pinzimonio da passeggio.

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Stefania Camurri non può assaggiare i propri piatti. Naviga in sicurezza tra abbinamenti, sapori, ingredienti. Ha l’arte di una famiglia storica di ristoratori carpigiani nel sangue. Ma non può mangiare nulla di quel che mette in tavola nel suo “Mamanonmama-Cucina e cantina” a Campiglia Marittima, in Toscana, dove è arrivata dopo il terremoto dell’Emilia.
Stefania Camurri a fine anni Novanta si è sottoposta a un intervento di chirurgia bariatrica, l’intervento per eliminare l’obesità: “Dovevo e volevo cambiare. Volevo essere magra. Passai da 145 a 72 kg, mi sentivo potente e bellissima. Solo dopo ho capito che il percorso era solo all’inizio. E anche oggi, a distanza di tanto tempo, sono ancora un esempio imperfetto, contraddittorio e tuttora irrisolto”.

Cenerpentola“Vincere o perdere -afferma Stefania Camurri – sono i termini intorno ai quali affanniamo le nostre vite. Poi, però, arriva un momento nel quale comprendiamo che questo non ha alcun senso. Non ha senso “vincere”, non ha senso “perdere”. L’unica cosa che davvero acquista un senso è ‘capire’. Sì, capire. Capire chi siamo, chi vogliamo essere e come vogliamo esserlo. Capire i nostri limiti così come le nostre possibilità, capirlo dentro di noi e insieme agli altri”.

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