Il colpo d’occhio è notevole: il rosso della casa che si staglia nel verde della vigna e delle colline, l’ambiente curato, elegante e sobrio.
Il ‘balcone’ per ammirare tutto è una piccola e panoramica piattaforma di legno, dove è stata collocata la sagoma di un grande paio di occhiali, simbolo di Caiarossa. L’idea è quella di ricordare quelli che Eric Albada Jelgersma, il proprietario oggi scomparso, era solito indossare. I visitatori possono ammirare Caiarossa attraverso il suo sguardo e condividere il suo amore per questo luogo magico.
Noi l’abbiamo scoperta grazie all’e-bike tour Degustando Riparbella (leggio QUI).
Cairossa fu fondata nel 1998 dal discografico belga Jan Theys, che come prima cosa collocò sugli ettari da lui acquistati una serie di animali, come capre, mucche, pecore, per scoprire dove sarebbero andati a riposare. E così, seguendo i principi del Feng Shui, che vuole il benessere degli animali in armonia con quello dell’uomo, decise dove far sorgere la cantina. Poi Caiarossa, nel 2004, fu acquistata – appunto – dall’olandese Eric Albada Jelgersma, il quale era alla ricerca di un luogo dove produrre vini diversi da quelli delle sue tenute bordolesi mantenendo comunque l’impronta enologica francese. Dopo la sua scomparsa, i figli Valérie, Dennis e Derk – che oggi guidano l’azienda dando lavoro a un bel numero di riparbellini – decisero di realizzare un’opera commemorativa nel suo angolo preferito: gli occhiali, appunto.
Caiarossa è un’azienda biodinamica (non si usano fertilizzanti chimici di alcun tipo, per esempio) costruita seguendo la pendenza del versante, con attenzione ai materiali e alla luce naturale. È costituita da trenta parcelle diverse dove si coltivano varietà diverse per un totale di 150 ettari. Sette i rossi e 3 i vini bianchi più circa 100 piante sparse da cui esce una piccola produzione di olio.
Il nome. Il nome “Caiarossa” è stato coniato per rendere omaggio alla divinità della Terra, Gaia, e alle sfumature di colore rosso caratteristiche del luogo. Il simbolo, riportato sull’etichetta di tutti i vini, raffigura la testa di una statua etrusca di Dioniso, il dio del vino, della vegetazione e della fertilità.
La cantina. La visita alla cantina disposta su tre livelli, guidati dalla bravissima Adele, ci fa scoprire un ambiente che è stato giustamente inserito nel progetto Toscana Wine Architecture che comprende le 13 cantine più belle Toscana. La zona di invecchiamento è completamente interrata per mantenere una temperatura fresca e costante. Ed è un vero spettacolo.
La degustazione
Accompagnati da un tagliere di salumi, formaggi, bruschette e altre golosità abbiamo degustato 4 vini:
Pergolaia è una moderna interpretazione della tradizione toscana, attraverso il suo vitigno principe: il Sangiovese. Dodici mesi di affinamento nelle botti grandi, poi cemento e un anno in bottiglia prima di arrivare sul mercato. Noi abbiamo degustato due annate diverse (tra cui la 2014, ‘storica’ e molto particolare).
Aria è l’espressione dei vigneti più giovani dell’azienda e arriva dalle vigne sul monte Nocolino. Vino rosso L’affinamento avviene in barriques di rovere francese per circa 13 mesi.
Caiarossa è il rosso di punta definito “il cuore del nostro primo vigneto. Un vino di profondità, passione e carattere”.
A chiusura, un’ottima crostata e il caffè.
Ultima curiosità: proprio per valorizzare il territorio, Caiarossa assieme ai ‘colleghi’ della cantine Duemani e Prima Pietra hanno avviato il Progetto Tresoro. di Riparbella.
Tre le uve che compongono il vino: Cabernet Sauvignon di Caiarossa, Cabernet Franc di Duemani e Merlot di Tenuta Prima Pietra. Le tre varietà bordolesi per eccellenza vengono vinificate separatamente in un’anfora di cocciopesto, prodotta localmente e poi affinate in barrique di rovere francese, prima di essere sapientemente miscelate. Circa 2mila le bottiglie e un’etichetta che cambia ogni anno affidata a un pittore della zona.