Nei suoi libri le spiagge e le colline della Valdicecina fanno da sfondo alle storie, fino a diventarne quasi protagoniste. Si definisce “scrittore per necessità” ma questa volta ha voluto mettere da parte la parola scritta per sostituirla con le immagini. “Quando scrivi poi sta al lettore immaginarsi quello che racconti. Per una volta volevo che le persone vedessero e sentissero quello che è la Valdicecina”. Wild di Cecina, viaggio sensoriale ai confini della Valdicecina per Vittorio Cotronei è una “dichiarazione d’amore pubblica a questo territorio di cui sono innamorato”.
Wild di Cecina è un “documentario senza pretese”, realizzato con un cellulare e una go pro, “tarocca, me ne sono accorto dopo e in effetti si vede”, sottolinea con l’ironia che caratterizza i racconti pubblicati sotto il titolo Cronache dalla Valdicecina e la rubrica che ne è scaturita sulle pagine de Il Varnacoliere. Il punto di partenza è la foce del fiume Cecina, lato Gorette, Spot One, un luogo simbolo dell’amore per la vita al sapore di salmastro. Poi lungo la 68 fino a Volterra, e per ogni luogo un personaggio a raccontarne l’anima: artisti come Stefano Tonelli e Giada Fedeli, lo scrittore Marco Amerighi, l’aviere astrale di Nof4 Andrea Trafeli,il filosofo Ervin Laszlo due volte candidato al Nobel per la Pace, il musicista Stefano Toncelli. Tutti chiamati a rispondere “cos’è per voi la Valdicecina?”.
SULLA 68 SEMBRA DI ESSERE IN TEXAS, POI ARRIVI A VOLTERRA E TI TROVI IN UN’ALTRA EPOCA
Pubblicità
E l’immagine che esce da questo breve documentario “senza pretese” è proprio quella che voleva trasmettere Vittorio: un territorio un po’ western e un po’ blues, malinconico ma affascinante. “Ci sono tanti paesaggi e scenari diversi, c’è la 68 che quando la attraversi sembra di essere uin Texas, c’è Volterra con la sua storia, e la costa con il pino piegato dal libeccio. In tutta questa disomogeneità c’è un’armonia, è come se fosse un piccolo mondo in cui ogni luogo evoca epoche e posti diversi eppure sono tutti uniti da un fiume e da una strada”. E il viaggio “go pro tarocca” alla mano è fatto a bordo di una moto. “Perché in auto siamo tutti spettatori, come di fronte a uno schermo mentre in moto ci siamo dentro, ci fondiamo con quello che abbiamo intorno e mentre osserviamo il paesaggio in qualche modo lo diventiamo”. Sulla due ruote, insieme a Vittorio Cotronei, anche Sonofauzi Dario Deriva, musicista e autore del montaggio del documentario. E questo viaggio ha riservato anche loro qualche sorpresa. “Saline ad esempio, per me era solamente un punto di passaggio. Un luogo anonimo. E invece lì ho incontrato Stefano Toncelli, in arte Borrkia, polistrumentista, produttore e insegnante di musica che ha girato in Italia e all’estero ma alla fine è tornato sempre qui, a casa a Saline. E nell’ascoltarlo mi ha colpito la passione e l’orgoglio con cui parlava del suo paese. A dimostrazione che anche il luogo che all’apparenza può sembrare meno interessante, ha una sua anima”.
Wild di Cecina, già presentato a Pisa, sarà proiettato sabato 11 dicembre alle 21.30 al Teatro di San Pietro di Volterra. Ingresso gratuito, green pass obbligatorio (info: 058880392 – info@compagniadellafortezza.org).