TartamareElda ha scelto la caletta di Santa Lucia, a Castiglioncello. Piccola, esposta alla mareggiate, pericolosa per le sue uova. Ma a lei piace. Ha superato i 30 anni, forse è nata lì, e da una paio di estati ha deciso che quello è il posto ideale per deporre le uova. Spunta dal mare, risale la battigia, e fa il suo nido. I volontari di Tartamare l’hanno vista. E hanno salvato i suoi piccoli. Battezzandola poi Elda, con il nome di quella che un tempo era la proprietaria di Villa Caracciolo, di cui la figlia conserva una foto proprio sullo scoglietto scelto dalla tartarugona.

TartamareA raccontare la storia di Elda e di tutti gli altri nidi toscani – sette nel 2021, un record, con 344 esemplari di Caretta caretta nati – è Luana Papetti, naturalista, laureata a Siena in Ecologia marina e specializzata in conservazione della biodiversità. E’ il responsabile scientifico del Centro di recupero tartarughe marine di Grosseto: “Con Elda la tartaruga di Castiglioncello, è andata così: la prima segnalazione ci è arrivata, nel 2018, da una coppia di ragazzi che aveva trascorso la notte in tenda nella caletta e che ad un certo punto aveva sentito dei rumori. Dopo essersi chiusi dentro spaventati per paura di imbattersi in un animale, si affacciarono fuori e scorsero la tartarugona tornare in mare. Da quel momento abbiamo iniziato a monitorare la zona. Nel 2020 Elda ha nidificato, e quest’estate è tornata. Le tartarughe sono orologi e nidificano ogni 15 giorni. Così dopo il primo ritrovamento ci siamo appostati, di notte nel più completo silenzio, per non disturbare. E l’abbiamo vista emergere dal mare. E’ stato davvero emozionante”.

l’estate 2021 ha visto un numero record di nidi in toscana: sono stati  7

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Ma l’osservazione e il monitoraggio sono solo una parte del lavoro che viene svolto dai volontari di Tartamare: “Nel caso dei nidi di Santa Lucia – per i quali stiamo valutando la richiesta di riconoscimento come zona di nidificazione – abbiamo dovuto spostarli a Rimigliano, spiaggia di San Vincenzo al riparo dalle mareggiate. Solo un nido è rimasto al suo posto, ovvero il primo, deposto in un momento iniziale dell’estate, in posizione più arretrata dal mare. Nonostante queste considerazioni e queste speranze, durante il periodo di incubazione è stato interessato più volte dalle mareggiate che si abbattono sulla spiaggetta e non ce l’ha fatta, nessun uovo si è schiuso, confermando la non idoneità del sito”. Per gli altri due invece, messi al riparo, la schiusa è stata un successo: 94 tartarughine su 109 uova.

Tartamare, Luana Papeschi
Tartamare, Luana Papetti

I nidi di Caretta Caretta toscani – attualmente la regione più a nord per la deposizione regolare di Caretta caretta – sono una new entry nella mappa delle nidificazioni rispetto alla lunga storia del sud Italia: “Quando ho scritto la mia tesi di laurea i nidi erano tutti tra Linosa e Lampedusa, poi c’è stato il boom in Calabria, Puglia e Campania. Io nel frattempo, nel 2016, ho fondato Tartamare come gruppo di recupero di esemplari adulti in difficoltà, spiaggiati o intrappolati nelle reti, e ho avviato la preparazione di un gruppo che potesse occuparsi anche di nidificazione, ricevendo tutte le autorizzazioni ministeriali. Le prime nidificazioni scoperte in modo casuale sono state quelle a Scarlino e alla Giannella, poi è arrivato il primo nido sulla spiaggia di Rimigliano. E tutti gli altri nidi, tra il 2018 e il 2019, rinvenuti grazie alla nostra opera di sensibilizzazione. Nel 2021 sono stati 7 in nidi in Toscana (l’ultimo in ottobre, a sorpresa, all’isola d’Elba con una buona schiusa: 72 tartarughine nate su 85 uova)”. I numeri parlano chiaro: 5,320 km percorsi sia a piedi sia tramite e-bike per il pattugliamento, 50 giorni di presidio h24, 90 ore di lavoro dedicate alla raccolta dati e analisi del materiale residuo. E poi 65 persone coinvolte nel monitoraggio attivo delle spiagge, corsi di formazione e convenzioni. Un lavoro mastodontico tutto fatto da volontari. Esperti, professionisti ma anche persone comuni che si mettono a disposizione per coprire i turni di controllo dei vari siti.

TartamareIn vista della prossima estate, ci si può già mettere in contatto con l’associazione attraverso la mail a info@tartamare e seguire tutti gli aggiornamenti sulla pagina facebook. Noi di Badalì lo faremo. Aspettando nuove schiuse sulla Costa degli Etruschi.