I bambini nell’età che va dai 6 ai 10 anni circa si trovano in una fase molto complessa: quella di latenza. Un periodo che prevede alcuni elementi fondamentali: il senso del dominio e di competenza, una stabile autostima, lo sviluppo della moralità ecc…
In tal periodo il bambino sperimenta nuove abilità ed utilizza il linguaggio come canale principale di comunicazione e di espressione. È un lasso temporale di crescita nel quale avviene un ulteriore sviluppo dell’identità di genere, questo attraverso la piena identificazione con il genitore dello stesso sesso.
La fase di latenza è un momento importante nel quale il bambino acquisisce una certa sicurezza e padronanza delle proprie capacità di operare, e questo gli consentirà di sviluppare un buon adattamento nel suo quotidiano.
La scuola comprende molti degli aspetti sopracitati ed è il primo luogo dove il bambino impara a conoscere le proprie abilità ed in relazione ad esse a gestire anche le sue emozioni.
In questa fase evolutiva, per gli adulti è importante “accompagnare” i propri bambini a sviluppare le loro autonomie e supportarli nella scoperta delle loro abilità.
Il genitore non deve assolutamente sostituirsi al figlio nel fare i compiti, così come non deve interferire con altre figure adulte che si occupano dell’aspetto “educativo” extra-familiare. Ad esempio, nello sport molto spesso capita che l’allenatore, il mister o il coach si sentano “scavalcati” dal genitore che si lascia prendere molto la mano durante le attività sportive.
Questi aspetti risultano discordanti con la fase di crescita che il bambino sta attraversando, con ciò è importante che il genitore lasci che il proprio figlio faccia molte esperienze dalle quali imparerà che le sue abilità hanno bisogno di allenamento, studio e continuo esercizio, al di là dei risultati. Inoltre, è basilare congratularsi con loro per le cose che sanno fare ed “aiutarli” in quelle nelle quali hanno più difficoltà, senza mai dare per scontato che “sappiano” fare le cose ma che non “vogliano” farle.
Laddove i bambini abbandonano qualcosa che stanno facendo non è sempre perché non hanno piacere nel farlo, ma a volte è proprio perché non riescono ad avere dei risultati per loro soddisfacenti.