0C’è tanto di buono tra i sapori che regala il carciofo violetto della Val di Cornia. C’è l’identità di un territorio, il suo passato e anche (o soprattutto) il suo futuro.
La scelta di creare una Comunità Slow Food per la Tutela del Carciofo Violetto e di unire le straordinarie energie – appunto – della Condotta Costa degli Etruschi guidata dalla fiduciaria Antonella Nencini, e di un gigante dell’accoglienza turistica come il Riva degli Etruschi di San Vincenzo sta facendo il resto. Un’alleanza che va in una direzione ben segnata.
Valorizzare, tutelare, promuovere attraverso gusto e tradizioni
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Ad un solo anno dalla presentazione ufficiale della Comunità per la tutela del carciofo violetto della Val di Cornia, si è svolta la prima festa-celebrazione. Location: il ristorante All’Orto di Riva degli Etruschi. Un pranzo in cui proprio il carciofo violetto – prodotto nella carciofaia creata all’interno dell’azienda agricola a filiera cortissima di Riva degli Etruschi – è stato protagonista assoluto, dall’antipasto al dolce. Una festa che, come ha sottolineato Iacopo Lisi, proprietà del Riva e tra i fondatori della Comunità – “vuole essere una prima edizione di un appuntamento fisso per il territorio e i cittadini”.
Un percorso di ‘apertura’ confermato dalle parole di Vieri Martelli, che si occupa del comparto marketing della ristorazione del Riva: “La nostra idea è quella di preservare e proporre le eccellenze con gesti tangibili. Quando si parla di carciofo violetto si parla di autenticità e unicità. Un progetto in cui Riva degli Etruschi ha deciso di investire tantissimo cercando di affermare un turismo sempre più legato al territorio e alle sue tipicità. Riva degli Etruschi è nato negli anni Sessanta, ad oggi può contare su cinque ristoranti ciascuno dei quali con un format che esprime attenzione al territorio. Dalla pesca sostenibile ai prodotti dell’orto passando dai fornitori e produttori locali”.
Un contributo importante sottolineato anche dal sindaco Paolo Riccucci: “Un’azienda il cui impegno non si traduce solo in posti di lavoro ma anche in un impegno deciso e reale nella promozione del territorio”.
A ‘raccontare’ la genesi della Comunità del carciofo violetto è stato, invece, il professor Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: “La collaborazione tra università, Slow Food e Riva degli Etruschi ha avuto alla base tre obiettivi strategici. In primis si è voluto aggiungere alla qualità ambientale anche la qualità dei servizi gastronomici non attraverso la direzione gourmet ma dotando il Riva di un’azienda agricola a filiera cortissima. Una scelta che io definisco coraggiosa. Secondo obiettivo: rompere quel diaframma che spesso divide i grandi centri turistici e il territorio attorno. Un percorso che sarà attuato anche aprendo lo spazio in alcuni momenti anche ai cittadini e l’attivazione di un dialogo, non solo commerciale, con i produttori locali. Ultimo, ma non meno importante: la tutela della biodiversità”.
A chiudere la presentazione (cui è seguito il pranzo ‘a tema’), Antonella Nencini, presidente della Condotta Slow Food Costa degli Etruschi: “A settembre scorso abbiamo portato il nostro carciofo violetto e la Comunità che si è creata attorno a questo meraviglioso ortaggio al Terra Madre-Salone del Gusto di Torino (noi di Badalì ve lo abbiamo raccontato qui), questo è stato uno stimolo ad andare avanti. Oggi, a distanza di un anno, raccogliamo già i frutti di questo ambizioso progetto in cui Slow Food è il tramite per raccontare un territorio ricchissimo”.