Due rette che, per molto tempo, hanno corso parallele, senza mai toccarsi. Fino a quando si sono unite, fuse, mescolate creando un percorso tutto nuovo che si nutre ancora oggi di ogni nota, immagine, suggestione. Claudio Calvetti e il jazz: la storia di un amore. In questi giorni le sue opere, dedicate ai grandi ma anche alle promesse del jazz, sono esposte al Land’Ho Bistrot di Rosignano. Ti accolgono all’ingresso, sulle pareti e anche sul soffitto. Basta alzare lo sguardo e guardarsi intorno e la magia è assicurata.
Claudio Calvetti è un autodidatta. Ha iniziato a dipingere alla fine degli anni ’70 per poi approdare alla Libera Accademia Trossi Uberti. “Vivendo a Livorno ho sempre respirato arte. All’inizio a colpirmi è stata la pittura post macchiaiola, ad un certo punto ho comprato la mia prima ‘cassettina’ dal Pagliai a Livorno e mi sono cimentato, sperimentando vari stili. Anche la passione per la musica c’è sempre stata. Persino con qualche ambizione, che oggi dico mal riposta, di suonare uno strumento. Prima la chitarra, poi la tromba…”. Fino a quando, a prendere il largo, è stato l’abbinamento tra pittura e jazz.
“Il jazz l’ho incontrato per caso: avevo parcheggiato la mia A112 fuori da un noto locale a Livorno, avevo il lettore per le musicassette collegato all’autoradio. Me lo rubarono… e allora accesi la radio. Ricordo che era un programma Rai. Mi imbattei nel pianoforte di Bill Evans e ne rimasi impressionato. Anche se un piccolo contatto c’era stato anche prima: Miles Davis, nel suo periodo elettrico”.
Il ‘matrimonio’ tra le due passioni è arrivato come un fulmine: “Un giorno avevo in mano il disco di Miles Davis con l’immagine di lui insieme a Herbie Hancock e a un giovane Tony Williams. Tanta luce, forti chiaroscuri… Mi venne voglia di replicare quell’immagine. E poi diciamo che l’appetito vien mangiando: ho iniziato a trasferire tutta la mia musicalità dentro i dipinti cercando i momenti di massima espressività, non la perfezione pittorica”.
Calvetti adesso dipinge circondato da 3mila dischi, vinili e cd. Anche l’idea di esporre al Land’Ho, in occasione del mese di aprile dedicato al jazz (JAM Jazz Appreciation Month Livorno – Aprile 2023 lanciato dal Comitato Unesco Jazz Day Livorno) nasce da una sintonia: quella con Daniela Gamberucci, titolare del Land’Ho, a cui spetta anche l’affascinante idea di appendere i dipinti sul soffitto del locale.
Tra i soggetti che si possono ammirare ci sono Bill Evans, Keith Jarrett, Ron Carter, Ginger Brew, Enrico Rava, Sonny Rollins, Nico Gori e anche un “ragazzo che mi è piaciuto molto e che ho dipinto mentre suonava: Matteo Anelli“. Dipinti live che fanno parte del progetto lanciato dal gruppo Il Canto della Balena e battezzato #ilcantodipinto. Varie tecniche, qualche incontro immaginario per una ventina di dipinti che al Land’Ho hanno trovato casa.
“Jazz in the sky” sarà visitabile fino al 30 aprile
Orario di apertura della mostra: lunedì, martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 12 alle 15 e dalle ore 18 alle 01; mercoledì chiuso.