Hanno dai 4 agli 11 anni di età. Tranne qualche maschietto, la quasi totalità è rappresentata da femmine. Hanno una particolarità, che condividono con molti loro coetanei della “generazione Covid”: sono stati fermi, senza praticare la pallavolo, dall’ottobre del 2020 allo scorso settembre. Ma ora sono tornati in campo.
Un anno intero senza quella palla, senza fare le partitelle con i compagni, senza sentire l’odore inconfondibile della palestra. Ma soprattutto, e questo è un aspetto con il quale non abbiamo ancora fatto i conti in modo approfondito, hanno subìto sia dal punto di vista psicologico che da quello motorio.
Un anno di stop forzato e di sedentarietà forzata ha influito su coordinazione ed equilibrio
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Dopo qualche mese dalla ripresa degli allenamenti, il corpo di questi bambini si sta risvegliando lentamente. A parlarcene è uno degli istruttori del Minivolley Piombino, una giovane ex giocatrice piombinese. Si tratta di Francesca Saggini, 22 anni e una laurea il prossimo mese di febbraio in Scienze dell’educazione all’Università di Firenze, che allena il gruppo di 5 e 6 anni di età.
“Con Riccardo Verani, preparatore atletico che cura lo sviluppo motorio delle bambine e dei bambini più piccoli – racconta Francesca – a settembre ci siamo subito resi conto di cosa abbia significato per loro un anno di stop forzato, con i loro corpi che ne hanno risentito sotto tutti gli aspetti, dalla coordinazione all’equilibrio”. Dal ritorno in palestra ad oggi la situazione, tuttavia, sta cambiando. “Sì – conferma Francesca Saggini – abbiamo notato, specie negli ultimi due mesi, dei miglioramenti netti dal punto di vista motorio, ma la strada per ricucire lo strappo è ancora lunga”.
Più che col pallone, questi bambini sono cresciuti con la mascherina su naso e bocca per tante ore al giorno a scuola e in altri ambiti della vita quotidiana; sono i bambini dei pochi ritrovi al parco con gli amichetti, di tanta televisione e sedentarietà forzata dai lockdown, dalle zone arancioni e rosse. Della scarsa e quasi nulla pratica motoria e sportiva. “E’ un’emozione vedere i miglioramenti dei bambini e delle bambine – dice la giovane istruttrice – e lo è anche poter rieducare i loro corpi, atto che implica anche il rieducare la mente. Del resto, è ciò che ci compete: siamo educatori ancor prima che allenatori”.
Adesso, dopo le vacanze natalizie, anche i più piccoli e le più piccole hanno potuto riprendere gli allenamenti, e per farlo si sono sottoposti alla due giorni di tamponi organizzata dalla società pallavolistica. Il cammino è lungo, ma la strada per il ritorno alla normalità, per loro, è finalmente stata tracciata.