Un libro che racconta una storia d’amore tra due adolescenti, che racconta Cecina, e Marina, e l’ex Zuccherificio abbandonato. Luoghi che l’autore, Gianni Barsotti, conosceva bene, perchè erano i suoi. Scomparso giovanissimo, ha lasciato un ricordo tenero ed indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Vittorio Cotronei è tra questi e la recensione di questo libro è un po’ anche un modo per ricordarlo. E noi di Badalì siamo felici di pubblicarla.
IL VECCHIO CIAO
Laura ha saltato la scuola, mentre fa ritorno dal mare in sella al motorino termina la miscela, come spesso accade ai ragazzini di quell’età che devono fare i conti con una paghetta scarsa. Mentre spinge il vecchio Ciao lungo il viale riconosce l’auto della professoressa e per non farsi scoprire sgattaiola dentro allo Zuccherificio abbandonato: lì incontra Simone, un coetaneo che stranamente si trova all’interno della fabbrica.
La presenza di Simone prima la spaventa, dopo la rassicura; sarà proprio Simone a procurarle della miscela all’interno dello zuccherificio per far ripartire il motorino.
Laura rimane colpita da quel ragazzo schivo che sa un sacco di cose sulla storia dello zuccherificio e sembra così diverso dai giovani della sua età: vuole rivederlo.
Gianni Barsotti, con sensibilità e dolcezza, disegna una storia romantica tra due adolescenti; due personalità ancora acerbe, diverse tra loro, che si ritrovano esclusivamente all’interno della vecchia fabbrica, unico teatro del loro amore.
Lo zuccherificio è memoria storica di Marina di Cecina; luogo sospeso tra passato e presente, un tempo pilastro dell’economia locale, al momento dell’uscita del romanzo edificio fatiscente in degrado.
Solo in questo luogo apparentemente sinistro, “un’enorme macchia scura”, come lo definisce Laura, questa storia diviene possibile. L’intero romanzo è impregnato da un dolce senso di nostalgia. Gianni Barsotti descrive la “sua” Marina di Cecina nel periodo dell’anno di massimo splendore: quando la stagione estiva è alle porte e tutti nutrono grandi aspettative, una sorta di Sabato del Villaggio leopardiano; esplodono colori e profumi, le prime abbronzature, mare cristallino e spiagge semideserte. All’orizzonte s’intravedono nuovi amori, nuove amicizie. Non a caso Gianni sceglie come protagonista una ragazzina di sedici anni: età delle prime avventure alla scoperta del mondo, degli altri e di se stessi. L’età dei motorini, dei baci, dell’attesa: tutto è possibile proprio perché tutto può ancora accadere.
Simone e lo zuccherificio rappresentano ciò che invece è già accaduto e ne conservano la memoria: della ciminiera che appestava Cecina rendendo l’aria di via Ginori e d’intorni dolce e appiccicosa e che nel periodo di massima attività, tra il 1903 e il 1922, dava lavoro a migliaia di persone, rimane solo un rudere, un fantasma.
Gianni Barsotti si chiede che fine farà questa memoria quando anche il vecchio zuccherificio verrà dismesso per costruire degli appartamenti. Da scrittore curioso e amante appassionato della sua Marina di Cecina ci dà la risposta con un romanzo che invita a soffermarci sulle tante “macchie scure” del nostro territorio cui, proprio come Laura, passiamo a fianco distrattamente migliaia di volte senza far loro caso e che invece potrebbero conservare storie che meritano di essere raccontate, tramandate, valorizzate.
Gianni Barsotti con “Il Vecchio Ciao” fa proprio questo.
Gianni Barsotti invita tutti noi a fare questo.
Gianni Barsotti è nato a Cecina nel 1979 anche se lui si sentiva Marinese. Una volta laureato in Economia e Commercio, il suo carattere buono e generoso lo ha portato tramite la Onlus LVIA, in Guinea Bissau, uno dei paesi più poveri al mondo, per dare il suo personale contributo nella costruzione di una società più giusta, convinto che tutti dovessero godere il diritto di avere opportunità e speranze per un futuro migliore.
Pochi giorni prima prima di tornare in Italia ha contratto la malaria ed è morto all’età di 29 anni, lasciando un ricordo stupendo e indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di averlo conosciuto.
La sua solarità traspare dalle parole da lui scritte sui social al momento del ricovero:
«Stamattina ho fatto gli esami del sangue e mi hanno diagnosticato la malaria, quindi oggi vinco direttamente un ricovero nel reparto malattie infettive… Sono riuscito a prenderla come “souvenir” del servizio civile. Vi terrò aggiornati anche se non so quanto accesso ad internet avrò. Un saluto a tutti!»
Questo era Gianni Barsotti.