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Il segreto sta tutto nelle argille azzurre di Maccetti, intorno a Rosignano. “Fenomenali per le graminacee, tanto da far acquistare all’orzo e al grano proprietà proteiche che altrove non si trovano”. Ma anche la vicinanza del mare offre il suo importante contributo, ‘firma’ inconfondibile della Costa degli Etruschi. Il risultato è un prodotto che non a caso si chiama “Luppolo di mare”. Birra artigianale agricola nata dalla passione. Anzi, da una scommessa.
Francesco Serretti, 43 anni, e i suoi soci hanno cullato l’idea a lungo. Ognuno per sé, senza sapere di avere lo stesso desiderio. Poi nel 2015 l’idea, la scintilla partita da una chiacchierata e finita con una domenica trascorsa in mezzo a pentoloni e fornelli da homebrewer. Una domenica che ha segnato il punto di non ritorno. “Ho avuto un locale a Rosignano per molti anni, tra bar e aperitivi mi sono appassionato alle birre artigianali. Mi divertivo a scoprirne e provarne di nuove. Contemporaneamente ho iniziato a sognare di cambiare stile di vita, magari aprendo un’azienda agricola. Fino alla domanda: ma perchè non mettiamo su un birrificio? Una cosa detta così, scherzando, che poi è diventata realtà”. Merito di un terreno, a Maccetti – appunto: 11 ettari “di cui per ora riusciamo a coltivarne solo tre”. Orzo distico primaverile coltivato direttamente nei terreni adiacenti al sito produttivo recuperato pezzo per pezzo, un passo alla volta, e ospitato in quello che per lungo tempo è stato un semplice annesso agricolo. “Di fatto abbiamo aperto un anno e mezzo fa, giusto un attimo prima della pandemia” spiega Francesco. Stop che ha un po’ rallentato la partenza dell’attività ma non ha sbollito l’entusiasmo.
Siamo il primo microbirrificio agricolo artigianale della provincia di Livorno
“Siamo un microbirrificio agricolo artigianale, il primo della provincia di Livorno, in quanto l’orzo è il nostro. In questo momento abbiamo tre fermentatori da 600 litri l’uno e riusciamo a produrre tremila bottiglie al mese. Anche per la distribuzione (come per etichette, molto particolari, ndr) facciamo tutto da noi, almeno finora è stato così. Abbiamo rapporti e contatti con i locali del territorio, la vendita diretta e il nostro e-commerce”.
E i progetti per il prossimo futuro non mancano. “Le cultivar del nostro orzo sono le migliori in termini di resa aromatica e proteica: Prestige, Scarlet, Planet, tutte varietà selezionate in accordo con il Consorzio dei Produttori dell’Orzo e della Birra, di cui facciamo parte. Nel 2021 abbiamo avviato il nostro luppoleto sperimentale, per selezionare le varietà più idonee al nostro clima, e nel 2022 intendiamo avviare il percorso per arrivare alla produzione di un prodotto biologico, certificato dal campo alla tavola. Il nostro obiettivo primario è quello di produrre una birra agricola artigianale a km zero, dal gusto elegante e complesso, il tutto con metodi naturali e il più possibile vicini alla tradizione”. Esperienza che è anche alla base dell’impegno dell’azienda nel gruppo di lavoro per la stesura della legge regionale per la regolamentazione della filiera brassicola.
Un esempio delle birre ‘Luppolo di Mare? Bella storia, birra dal vasto bouquet di luppoli americani (Simcoe, Columbus, Chinook, Cascade e Challenger) che restituiscono al naso note che vanno dall’agrumato al floreale, con punte di resina e frutta tropicale. Colore ambrato, corpo esile e un piacevole finale amaro. E poi c’è la Capitan Gorilla, reinterpretazione dello stile Kölsch, dal colore dorato, con aromi fruttati ed un grado alcolico medio. Ma si può scegliere di ordinare anche la Sottomarina, ad alta gradazione, strutturata principalmente, in chiave sensoriale, attorno all’operato dei lieviti di origine belga. Una Belgian Strong Ale di colore ambrato con riflessi rossi, da bere e gustare anche lontano dai pasti. Ultimissima, la Bianca Migaloo dal sapore leggermente acidulo, fresco e speziato, dall’amaro quasi impercettibile. Leggera, di bassa gradazione, dissetante e perfetta per l’estate.
