Gli anni Cinquanta, il dopoguerra. “Gli americani avevano questa mania di mangiare le noccioline in ogni momento della giornata. Mio nonno comprò un tostatore di ghisa a legna. Dodici quintali montati sul camion. Si faceva i mercati, le fiere, le manifestazioni della zona”. L’avventura è iniziata così, a raccontarla è Marco ‘Nocciolina’ Razzolini che oggi produce, tra San Vincenzo e Venturina, circa 100 quintali l’anno. E da maggio scorso ha aperto anche un ristorantino naturale, vegetariano e vegano, che dopo un’estate andata alla grande adesso si sta attrezzando per l’inverno.

Le noccioline di Venturina“Provengo da una famiglia di commercianti ma la vendita di noccioline non era certo l’attività principale. Ho preso in mano tutto alla morte di mio padre. Ero giovanissimo. Il macchinario era poco sfruttato, le noccioline arrivano dagli Usa, poi venivano tostate e vendute. Decisi di provare ad andare anche lontano. In Veneto, Friuli… e sentendomi parlare toscano tutti si incuriosivano. Ma la domanda era sempre la stessa: da dove provengono le noccioline? Ma perché non si fanno in Italia?”.

Marco fa il salto. Acquista un podere. “C’era un problema però: mi rivolsi ad una serie di agronomi e tutti erano in difficoltà, nessuno sapeva dirmi se il terreno e il clima erano realmente adatti a quel tipo di coltivazione. La soluzione? Una persona di origine senegalese, scelta – devo dirlo – a caso. Il Senegal è un grosso produttore per quanto riguarda la varietà da olio. I primi tempi sono stati duri, anche perché la tecnica utilizzata in Senegal prevedeva l’ausilio consistente di manodopera con costi altissimi. La svolta è stata l’arrivo di una macchina per la lavorazione delle arachidi, trovata in Cina”. Nel 2007 l’attività parte ufficialmente, dopo anni ed anni trascorsi da Marco solo nella vendita prende il via anche la produzione nell‘azienda agricola Paggetti Stefania battezzata col nome della moglie.

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Le noccioline di Venturina“La vendita diretta è la nostra forza. Intorno a noi si è creata anche una sorta di piccola filiera, contadini che producono arachidi per noi. Forniamo il seme e ritiriamo il prodotto. Siamo io, mia moglie e due dipendenti”. Poi c’è l’agriturismo La Nocciolina con quattro camere e il ristorante Nuna, dove lo chef Marco Puntoni si diverte a creare piatti legati al territorio e alla stagionalità. “E’ nato tutto per caso. Qui vicino c’era un ristorante specializzato nei fiori edibili ma ha chiuso. Aveva tutta l’attrezzatura e decisi di comprarla io. Ho preso al volo un treno, come da sempre accade nella mia vita. La voglia era quella di creare qualcosa di diverso. Non sono né vegetariano né vegano, però l’idea mi piaceva. L’estate è andata bene, il bilancio è molto positivo. Tanti clienti anche della zona oltre che turisti o stranieri. Nuna proseguirà anche in inverno”.

Le noccioline di VenturinaLo chef è un creativo, la ‘pasta di arachidi’ compare un po’ ovunque. Piccoli tocchi che fanno la differenza. Nel meno di settembre c’è il risotto integrale alla zucca con stracotto di cipolla e terra di pomodori, ma tra le ‘invenzioni’ ci sono anche il formaggio alle arachidi (“una lavorazione molto lunga”) e il gustoso “5&5 Club”, fusione del classico 5 e 5 livornese con il club sandwich americano. Vegano, senza glutine e bio.

“Noi siamo arrivati al nostro massimo. Ma le potenzialità sono enormi – dice Marco – Mia moglie ed io non abbiamo figli, ho superato i 60 anni. Il nostro desiderio per il futuro è trovare qualcuno che possa rilevare l’azienda”. E proseguire la produzione delle noccioline di Venturina.