I sogni del cassetto fanno la muffa, dice. E allora vanno tirati fuori. La storia di Marco Filippeschi, giovane direttore del marketing dell’azienda di vino di Bolgheri I Greppi, parla di un sogno e di un angolo di paradiso dove scienza e cultura del vino si incontrano per dare vita ad un’azienda che negli ultimi anni si è ritagliata un posto meritato tra i nomi della Doc Bolgheri. Ma parla anche della determinazione nel voler lavorare nel mondo del vino e di un incontro.
“La passione per il vino c’è sempre stata. Ho lavorato in Pubblica Assistenza per 20 anni, prima come volontario e poi come dipendente. Poi ho deciso che volevo cambiare lavoro”. E inseguire quella passione. Marco Filippeschi inizia a studiare da sommelier e poi si iscrive a un corso di inglese specifico. Il primo utile, per la qualifica Wset 1 è a Roma (nel frattempo Marco ha proseguito ed è arrivato al livello 3). Arrivato in aula inizia a chiacchierare con il compagno di banco, e scoprono di essere entrambi cecinesi, anzi marinesi. Si trattava di Dale Heatley, gallese arrivato in Italia vent’anni fa per giocare a rugby e adesso direttore di Marco a I Greppi.
siamo un’azienda un po’ fuori dagli schemi per questa zona. il focus è sulla scienza
L’azienda esiste dal 2001, per la produzione di Bolgheri Doc. Nel 2017 è stata acquistata dal geologo e imprenditore irlandese Neil McMahon, l’ultimo “straniero” ad investire a Bolgheri. E da allora è I Greppi 2.0, con investimenti nei vigneti, negli edifici della tenuta, nel marketing e nei laboratori. “Siamo un po’ fuori dagli schemi per questa zona. Tutta la produzione è molto focalizzata sulla scienza, sullo studio e analisi dei terreni. Abbiamo puntato molto sui mercati esteri e, allo stesso tempo, sul territorio, sponsorizzando un cavallo della scuderia Podere Catalini che fa attacchi, e una squadra di ciclismo locale”. La Tenuta I Greppi vuole essere glocal nel senso più puro del termine. “Abbiamo un accordo con la Facoltà di Viticoltura ed Enologia dell’University of California Davis che ogni anno porta uno studente qui da noi con una borsa di studio, un’occasione di scambio, di confronto e di vetrina anche”.
Progetti work in progress ce ne sono parecchi. Marco si occupa dell’immagine dell’aziende a 360 gradi: dal packaging alla rete commerciale. “Per il Greppicaia abbiamo tolto l’etichetta dalla bottiglia e serigrafato il logo direttamente sulla bottiglia. La scatola è stampata con la mappa geologica e catastale della Doc Bolgheri, un tributo a questo territorio, con tutti i nomi storici dei poderi e delle strade vicinali”.
Sono stati fatti investimenti importanti per l’ampliamento dei vigneti e abbiamo in progetto nuove etichette. Non ci fermeremo
La rete commerciale copre tutti e 50 gli stati Usa, di quella italiana si occupa personalmente. Cos’è oggi I Greppi? “Un’azienda giovane, una realtà dinamica che sfrutta i due laghi artificiali nati come cave di sabbia negli anni 60 e diventati oggi piccole oasi, un microclima all’interno del microclima di Bolgheri. Sono molto importanti per la termoregolazione dei vigneti e rendono questo posto unico”.
I progetti riguardano anche le attività “extravino”, anche se poi tutto attorno al vino ruota. La Tenuta ospiterà eventi di yoga e sarà tappa di escursioni di cicloturismo e degustazioni abbinate, con bike e ebike, in collaborazione con Tuscany Love Bike.
Il core business, il cuore dell’azienda, è rappresentato dal Bolgheri Rosso, il Greppicante. Il Greppicaia è il Bolgheri Doc Superiore. Ma menzione speciale, questa anche del cuore di chi scrive, va al bianco, il Vior, una piccola produzione, 2mila bottiglie circa, di Viogner in purezza, un vitigno francese che rappresenta una, ottima, alternativa al classico Vermentino di Bolgheri e offre un’esperienza diversa.