E’ partito tutto dalla passione per le scarpe da basket, quando era un adolescente. Poi ha iniziato a interessarsi anche agli abiti e a studiare moda. E da Vada è arrivato a Milano e a presentare le sue collezioni sulle passerelle internazionali.
Matteo Calandrino, originario di Vada, ha appena preso la laurea all’Istituto Modartech di Pontedera dove ha realizzato una collezione con cui ha ottenuto il Premio Pitti “Tutoring & Consulting Reward” e con cui ha partecipato alla finale della Milano Moda Graduate.
Matteo ha studiato all’Istituto Modartech di Pontedera, Scuola di alta formazione con collaborazioni attive nei principali distretti del Made in Italy, dove si è appena laureato in Fashion Design con una collezione denominata “Design”, ispirata all’architettura e alla trasformazione.
È stato proprio questo progetto a consentirgli di farsi strada tra le passerelle dell’alta moda, dove si è imposto vincendo il Premio Pitti “Tutoring & Consulting Reward” 2022, dedicato ai neo-designer che si sono distinti nei propri lavori per merito e per elevate potenzialità creative, ed arrivando in finale al contest Milano Moda Graduate 2022, che si tiene durante la Fashion Week, dedicata alle eccellenze delle scuole di moda italiane.
Ha iniziato ad appassionarsi al mondo della moda a 14 anni, quando, da giocatore di basket ha sviluppato una vera e propria ammirazione per le scarpe, soprattutto le Jordan. Da lì ha esteso questa passione anche agli abiti.
La collezione di Calandrino si addentra in un mondo nuovo, quello della Tech Couture e presenta caratteri innovativi: i capi sono trasformabili, con maniche che diventano borse e sciarpe che si tramutano in cappucci, strutture studiate nei minimi dettagli e texture contrastanti fra loro, che cambiano a seconda del calore e si illuminano nell’oscurità riflettendo la luce. Per la lavorazione di stampe e applicazioni sono stati impiegati diversi tessuti, dai ‘Reverse Reflex Camouflage’ tipicamente utilizzati nei cantieri edili, a quelli catarifrangenti con applicazioni di patch in nylon e stampe tridimensionali per lo sviluppo di accessori.
L’ispirazione è nata proprio dai cantieri dove ci sono i ponteggi in costruzione e in continua evoluzione. Ha allacciato questo tema al cambiamento climatico. Ha voluto quindi creare capi utilizzabili a 360 gradi, utilizzando un tessuto che richiama l’elemento metallico del ponteggio, mentre le giacche possono essere trasformate a seconda della temperatura esterna: quando è freddo possono essere portate come giacche, quando arriva il caldo possono essere aperte e spostate sulla schiena, lasciando visibile solo un’imbracatura, che rimanda al sistema di protezione usato nei cantieri edili.
Attualmente Matteo lavora presso il brand MSGM, azienda milanese che si occupa di abbigliamento e riguardo al futuro ha le idee molto chiare infatti tra qualche anno vorrebbe creare un suo personale brand.