Qualità, varietà, il ‘matrimonio’ perfetto tra le varie forme di arte e i luoghi più rappresentativi del Monte Pisano. Si è conclusa la terza edizione del Monte Pisano Art Festival, la manifestazione organizzata da FuoriOpera e Strada dell’Olio, con la fondamentale collaborazione dei 5 comuni che la compongono (Calci, Vicopisano, Vecchiano, San Giuliano, Buti). Undici serate, dal 21 al 30 luglio, che anche quest’anno hanno arricchito un cartellone unico nel suo genere.
“Mi piace sottolineare il successo non solo in fatto di pubblico, che ci ha accompagnato con costanza in ogni appuntamento, ma di apprezzamento e consenso intorno alla nostra proposta – commenta Andrea Gottfried, direttore artistico della rassegna – una proposta coerente incastonata in luoghi iconici, in uno scambio suggestivo tra arte e bellezza. Questa terza edizione ha confermato l’idea forte alla base di questo progetto. La quarta edizione segnerà già un passaggio alla maturità di un festival che, ormai è chiaro, sa stupire e continuerà a farlo”.
“L’unicità del Monte Pisano Art Festival – aggiunge Gianluca Bovoli, presidente della Strada dell’Olio dei Monti Pisani – sta proprio nella rete che si è creata, nell’aver reso protagonisti i cinque comuni, diventando di fatto uno strumento di promozione del territorio. Occasione per vivere il Monte Pisano per chi non lo conosce ma anche per chi lo abita. Coinvolgere quest’anno anche il capoluogo Pisa ha ribadito questo concetto: la forza del gioco di squadra. E il Fuori Festival, ovvero tutti gli eventi che hanno popolato il cartellone parallelo, ha moltiplicato gli ‘attori’ in campo. Risultato: il Monte Pisano si è raccontato in tutta la sua bellezza“.
Il Monte Pisano Art Festival ha preso avvio nel suggestivo giardino di Palazzo Blu, che, affacciandosi idealmente sul Monte Pisano, si è presentato come il simbolo di una città aperta al territorio. Sul palco, avvolto dagli applausi, i giovani talenti del Virtuoso Ensemble, che hanno regalato agli spettatori emozioni uniche con i loro archi. La rassegna ha abbandonato il centro città per fare poi tappa ogni sera in luoghi diversi e suggestivi, accompagnati da musica, teatro e danza.
Il pianoforte di Luca Rampini ha offerto l’occasione di entrare in un luogo già noto ai romani e prima ancora agli etruschi, trasformato dal Granduca di Toscana nella sua residenza termale: i Bagni di Pisa. Il programma della serata ha visto l’esecuzione di brani di compositori e pianisti italiani contemporanei quali Giovanni Allevi, Remo Anzovino, Enzo Bosso, Roberto Cacciapaglia, raccontati attraverso l’umorismo contagioso del musicista.
Il Festival è proseguito proponendo esibizioni che non hanno mancato di toccare alcune tappe significative della storia umana. Attraverso racconti e melodie “Mundus Ilares” ha permesso di incontrare un Medioevo diverso da quello che siamo soliti immaginare: giocoso, irriverente, colorato.
“Il tour buonista” ha ricondotto gli spettatori ai nostri giorni, stimolando una riflessione sui problemi che caratterizzano la società contemporanea. Con ironia Massimiliano Loizzi è stato capace di affrontare argomenti seri quali inclusione, diversità, razzismo, stereotipi di genere, politicamente corretto, scatenando tante risate, ma offrendo allo stesso tempo occasione di profonda introspezione.
Anita Camarella e Davide Facchini hanno trasportato la platea negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, sulle note dello swing. La spiaggia di Marina di Vecchiano è stata la cornice di uno spettacolo fresco e divertente, che ha restituito gli ascoltatori uno spaccato dell’epoca in cui le radio erano grandi e costose e la musica rappresentava una via di fuga dalla dura realtà della guerra. La censura, che le dittature imponevano, poteva mettere in carcere gli artisti, ma non riusciva a strappare la voglia di cantare, rivelandosi fondamentale per tenere viva la speranza.
Il centenario della morte di Puccini ha offerto l’occasione perfetta per rappresentare due delle sue opere più celebri: “Tosca” e “Madama Butterfly”. Protagoniste due delle figure più memorabili e ammirate del repertorio operistico, donne portatrici di bellezza, amore, passione e tragedia, che lo spettatore ha potuto osservare senza alcuna barriera, arrivando a cogliere il respiro e le emozioni delle interpreti.
Donne profonde, diverse, sfaccettate e umanamente grandi sono state anche le protagoniste del monologo teatrale “La casa degli spiriti”, tratto dell’omonimo romanzo di Isabelle Allende, rappresentato alla Pieve di Santa Giulia. Silvia Giulia Mendola ha interpretato Clara, Blanca e Alba – nonna, figlia e nipote – incarnando rispettivamente la vita e la magia, l’amore, la lotta politica. Le tre figure, attraverso le loro storie, intrecciando magia, amore, spiritismo e rivoluzione, hanno risposto alla violenza e al dolore, a cui hanno assistito, con la forza dell’amore.
Un altro omaggio alla vita e all’amore è stata la figura di Alda Merini, raccontata da Rossella Rapisarda, nel suo spettacolo “Senza filtro”. Una narrazione della poetessa così come l’hanno restituita gli amici di una vita che l’hanno conosciuta e accompagnata negli anni: Arnoldo Mosca Mondadori, Alberto Casiraghi, Giuliano Grittini, Giuseppe d’Ambrosio Angelillo e tutti coloro che l’hanno incontrata giorno dopo giorno e non hanno più voluto né saputo dimenticarli. Il Bar Charlie, sui Navigli di Milano, dove l’Alda passava giornate a scrivere, parlare, ridere e fumare, è diventato il fulcro di una rappresentazione che ha offerto uno dei suoi ritratti più teneri e sinceri: la poetessa e il suo doppio, il giorno dopo la sua morte, alla ricerca di un senso e di un finale a una vita densa di esperienze e amore.
Nelle coreografie di Lara Guidetti amore e morte si sono fusi, dando vita a un’inquietudine travolgente. “Stand by me” ha raccontato, attraverso la danza, la storia vera di un uomo vissuto nella Londra degli anni ’60 – ’80 del secolo scorso, un serial killer, che tratteneva corpi di uomini per potervi vivere insieme, in un’epoca in cui l’omosessualità era proibita.
Ultimo appuntamento, a Buti, con le note intense e irrequiete di Evita Polidoro, che ha presentato il suo progetto Nerovivo, accompagnata dalle chitarre di Davide Strangio e Nicolò Faraglia.