L’eredità è quella della nonna sarta, che nel primo dopoguerra vestiva le Signore della vecchia nobiltà toscana. L’amore per i pezzi unici e personalizzati è, quindi, una questione di famiglia. Oggi Mughy for you è un ‘caso’, di quelli a cui la pandemia ha fatto da trampolino di lancio. Tre donne (quattro con la nonna sarta a fare da fondamenta) e un’idea intessuta di ago e filo.
Mughy for you significa borse fatte a mano. Il nome viene da Mughetta Saltarelli, mamma di Francesca e Alessandra. Mughetta per anni ha lavorato come antiquaria, aveva un negozio a Livorno e anche all’epoca a guidare la sua ricerca era la passione per le cose belle e originali. Sensibilità e competenza, miste a curiosità. “La prima borsa è stata per il mio matrimonio, 18 anni fa – racconta Francesca, psicologa del lavoro – un pezzo da abbinare a un abito sartoriale”. L’esperimento è piaciuto. A tutti. E dopo qualche anno il passaparola tra amiche è diventato prima un ‘diversivo’, un hobby, poi un’idea imprenditoriale. E oggi un’attività a tempo pieno tra eventi in tutta Italia (prossime tappe: Roma e Riccione) e collaborazioni.
Per avere una borsa Mughy adesso c’è la lista d’attesa. Si arriva fino a quaranta giorni. Ma le Mughy for You addicted sanno aspettare.
Mughetta è la mente creativa a cui spetta la scelta e la ricerca dei materiali (“Sono una collezionista seriale di tessuti, passamanerie, nastri, bottoni, che acquisto nei miei viaggi, fiere, mercatini d’antiquariato e dovunque le incontro”), Francesca si occupa della gestione dei clienti – compresa la “mughy experience” -, elabora collaborazioni con gli altri brand puntando su un network decisamente al femminile. Alessandra, la più giovane, si giostra tra i figli piccoli e tutta la parte amministrativa.
Il boom è coinciso proprio con il lockdown
“Quando eravamo tutti chiusi in casa – racconta Francesca – ho deciso di investire il mio tempo nella comunicazione, abbiamo creato il sito web, stabilito rapporti. Ed è stato un crescendo di foto e contatti. La borsa maculata – di un tessuto particolarissimo che avevamo scovato in un fine campionario – è stato il nostro prodotto più amato, quello che ci ha fatto conoscere”. Ma tutte le borse del brand – pratiche e leggere – hanno un carattere deciso oltre che uno stile perfettamente riconoscibile. Stampe particolari, accessori e passamanerie artigianali completano il ‘progetto’. Il segreto tattico? L’accessorio non deva mai sormontare l’abito “ma può essere comunque un oggetto assolutamente personalizzato, in ogni dettaglio. Qualcosa che non si compra in tre balletti su internet”. Non è, infatti, un caso che la scelta sia quella “di non avere un portale di e-commerce. Mi piace il rapporto e lo scambio prima di passare alla fase di realizzazione. Una Mughy bags è un momento per se stessi”. I prodotti sono quindi ‘in vetrina’ sul sito web ma i contatti scattano solo attraverso i social oppure tramite mail o whatsapp. Qui sta la “mughy experience”, il percorso che precede la meta.
Il laboratorio principale è a Livorno – “cinque ragazze più noi tre” – ma negli ultimi mesi è stato necessario aprirne un secondo, a Firenze, per la linea deluxe. Poi ci sono i negozi – una decina tra Milano, Roma, Firenze, Desenzano, Alessandria, Brescia, Salerno e Amalfi – nei quali è invece possibile trovare le Mughy Bags e acquistarle sul momento. “Oltre ai pezzi unici, su ordinazione, abbiamo infatti deciso di dotarci di alcune linee più continuative. Linee pronte, sempre con standard alti e la stessa cura sia del dettaglio che, soprattutto, dei materiali. Il nostro obiettivo è proporre materie prime sempre più esclusive”. Una filosofia ben definita che ha fatto la fortuna di Mughy.