Una nuova sede museale, ampia, funzionale e accessibile, pensata per ‘narrare’ il territorio. Sarà il Museo Etrusco Comune di Riparbella (comprensivo di un archivio storico delle memorie dell’identità culturale della comunità) il cui progetto ha beneficiato del finanziamento a fondo perduto Gal Etruria 7.6.2 della Regione Toscana.
Il museo nascerà grazie alla riqualificazione della biblioteca comunale e andrà a sostituirsi all’attuale saletta museale, di piccolissime dimensioni, ospitata al piano primo del Palazzo Comunale. Saletta in cui sono presenti due teche contenenti una collezione ristretta ma di inestimabile valore per la presenza della “Veste Aurea”, reperto archeologico Etrusco di rara bellezza, recuperato dagli scavi avvenuti sulla collina di Belora.
All’interno dei locali della biblioteca comunale sarà, quindi, creata un’area priva di barriere architettoniche, per permetterne la fruizione da parte di tutti: cittadini, turisti, scuole, associazioni.
L’idea progettuale prevede un’attenzione particolare alla divulgazione multimediale dei contenuti culturali e scientifici con l’utilizzo di tecnologie innovative, installazioni scenografiche, percorsi multisensoriali nonché sezioni espositivo-didattiche finalizzate anche alla fruizione da parte di persone portatrici di disabilità. Tra gli strumenti e gli arredi ci saranno teche e vetrine espositive per i reperti etruschi, uno schermo per contestualizzare ed inquadrare storicamente le tematiche e gli argomenti trattati durante la visita, plastici tridimensionali che ricostruiranno sia le aree di scavo di Belora ed altre di recente ritrovamento che i reperti maggiormente significativi.
“Entro fine anno – questo l’annuncio del sindaco Salvatore Neri – ci sarà l’inaugurazione del museo. Potrà essere visitato nei giorni di apertura della biblioteca ma verranno programmate anche aperture aggiuntive nel periodo estivo. In esposizione anche importanti reperti di oreficeria rinvenuti nelle recenti campagne di scavo sul territorio e altri provenienti dal museo archeologico di Cecina. Effettueremo, inoltre, studi sui reperti provenienti da Belora presenti nei principali musei europei”.
La Veste Aurea di Belora
Si tratta di una sorta di “camicetta” da donna composta da centinaia di foglioline d’oro di diverse dimensioni sulle quali è finemente scolpita, insieme ad alcuni rametti, la civetta, volatile sacro (come lo era in Grecia), riportato agli antichi splendori dopo lunghi anni di restauro.
Il ritrovamento risale al 1986, quando l’imprenditore Rolando Celli, lavorando un terreno a fini agricoli, riportò alla luce una tomba a nicchia di origine etrusca, contenente un corredo funebre. I reperti, tramite l’avvocato Gino Carlo Mannoni (lo stesso che ha consegnato le statue dei Principi guerrieri) e sua moglie Giuliana, furono poi portati al Museo archeologico di Firenze. L’Amministrazione Comunale di Riparbella, con la collaborazione della Sovrintendenza archeologica della Toscana e grazie al contributo della Provincia di Pisa, ha prima finanziato la campagna di scavi finalizzati alla valorizzazione dell’area archeologica di Belora, e successivamente realizzato la piccola area museale all’interno dei locali del comune sopra descritta, testimonianza tangibile delle origini etrusche del paese pisano.