L’idea per il suo terzo libro gli è venuta quando per l’ennesima volta ha sentito una paziente lamentarsi del comportamento del proprio compagno, definendolo un “narcisista”. “Sembra che ci sia un’epidemia. E’ pieno di persone con disturbi narcisisti? Allora studiamo questo fenomeno, magari potremmo pensare a delle cliniche per curarli in massa”. Quella di Gerry Grassi, psicologo psicoterapeuta, coach, con all’attivo partecipazioni televisive come quella in Matrimonio a prima vista Italia, è chiaramente una provocazione.
Nel libro “Il narcisismo non esiste”, sottotitolo “se non sai come riconoscerlo” (EPC Editore), si parla di relazioni sentimentali, ma non solo, e della tendenza ormai diffusa di etichettare, diagnosticare, psicologizzare tutto, soprattutto quei comportamenti dell’altro che non vogliamo accettare. “Che poi è un modo per non prendersi responsabilità, quando magari la responsabilità è proprio nostra che fino a quel momento abbiamo preferito vivere dentro a un film piuttosto che riconoscere la realtà”.
Quindi gli uomini, o le donne, narcisisti esistono o no?
Esistono, certo. Ma possibile che siano così tanti? Il web è pieno di mental coach che ti spiegano come riconoscere un compagno narcisista. Che parlano di dipendenza affettiva e di manipolazioni ma in modo superficiale, poi le persone ci credono e ci sprofondano dentro. Partiamo dal presupposto che inizialmente in psicologia i disturbi erano 20 o poco più, ora ce ne sono 300. Ma non sono aumentati i disturbi, sono spesso etichette che dovrebbero servire agli addetti ai lavori, restare nei manuali, e non invece essere utilizzate a sproposito nelle conversazioni comuni per definire le persone. Dire che il proprio compagno è un narcisista manipolatore serve a poco, serve piuttosto riconoscere che i comportamenti che ha sono contrari a quelle che sono le nostre aspettative e scegliere di conseguenza. Sono anch’io un uomo, e ho anche io dei tratti narcisistici, che mi hanno permesso di fare cose, probabilmente hanno fatto sì anche che deludessi qualcuno. Ma credo che vada normalizzato avere l’esigenza di autodeterminarsi, e riconoscere che questo non significa essere un manipolatore diabolico. Invece narcisista è diventato un termine pop, spesso utilizzato a a caso”.
Si parla spesso al maschile. Il cosiddetto narcisista è sempre uomo?
Statisticamente sono comportamenti che vengono attribuiti più spesso agli uomini. Eppure le donne hanno un’intelligenza emotiva superiore, dovrebbero essere maggiormente in grado di capire cosa vuole chi hanno davanti. Ma spesso si rifiutano di vederlo, salvo poi stupirsi dopo anni di non aver visto le loro aspettative esaudite. E allora accusano il compagno di essere un narcisista. Si tratta di una problematica esasperata e non corrisponde alla realtà dei fatti. Più probabilmente è un modo di giustificare l’essere rimasta per anni in quella situazione nonostante non si avesse quello che si desiderava.
Quindi la responsabilità sarebbe di chi resta?
Attenzione, non incolpo le donne. Vorrei però che imparassero a capire che a volte non resta che uscire da certe situazioni piuttosto che cercare di vedere cose che non ci sono. Quando parlo con i miei pazienti cerco di aiutarli a maturare una maggiore consapevolezza di quello che vogliono e di quello che invece non hanno. Se lo accettano comunque diventano parte del gioco. Un esempio classico, e nel libro ci sono alcuni casi significativi: lei ha una storia con un uomo sposato per anni. Lui non le promette niente, non la porta fuori a cena, non le fa un regalo, lei viene sempre dopo tutti gli altri impegni e relazioni. Lei dovrebbe avere ben chiaro tutto, eppure nutre aspettative diverse. Poi, dopo anni, viene fuori che il problema è che lui è un narcisista. Siamo sicuri che sia quello il problema? Le dinamiche erano chiare fin dall’inizio; scegliere consapevolmente, senza “raccontarsela”, di restare in partita o di non entrarci proprio quantomeno ti potrebbe risparmiare di finire dallo psicologo a parlarne.
Beh, sembra semplice così!
Diciamocelo, le relazioni sono un casino. Sono due mondi che si incontrano, due individui che hanno pretese emotive e cognitive verso l’altro che possono anche essere diverse. E la realtà parla di una sempre maggiore difficoltà delle coppie di trovare un equilibrio tra questi due mondi e di mantenerlo nel tempo. Tradimenti, relazioni parallele, separazioni, divorzi. La realtà non è un film. E neanche una favola. Nel momento in cui lo pensi nascono i problemi.
Perchè, come diceva la mia nonna, finchè va bene, va bene. Poi improvvisamente va male, e non si scopre da un giorno ad un altro chi si ha accanto.
O almeno, se si ha davvero accanto un narcisista manipolatore è possibile non accorgersene fino alla fine, ma io dubito che siano così tanti. Se lo sono, allora torniamo all’ipotesi iniziale: se davvero il narcisismo è così largamente diffuso e se davvero va considerato un disturbo a tutti gli effetti, allora vuol dire che i narcisisti vanno curati in massa! Che si potrebbero aprire dei centri specifici dove metterli tutti insieme!”.
Che poi alla fine, nell’epoca dei selfie e della gara a chi ha più follower, siamo tutti un po’ narcisi. O no?
PS. Libro, ed intervista, ad alto contenuto di toni ironici, paradossali e provocatori. Utilizzare con cautela.
Il libro “Il narcisismo non esiste, se non sai come riconoscerlo” (EPC Editore) è in vendita dal 15 novembre. Per chi preordina: una copia autografatala possibilità di partecipare ad un incontro on line riservato con l’autore: COME ORDINARLO