Due pomeriggi a settimana indossano un naso rosso e il camice, prendono i loro strumenti del mestiere, e vanno in corsia, nel reparto di Pediatria dell’ospedale di Cecina. Con una missione: regalare sorrisi ai piccoli pazienti.
Abbiamo chiesto ai clown di Oliver accende un sorriso Onlus perchè lo fanno. E queste sono le loro risposte!
“Per trasformare una giornata piovosa in un arcobaleno colorato”
Distry (Eleonora Santini)
“Sorridi e il mondo sorriderà con te!” Benny (Benedetta Pallecchi)
“Perché donare un sorriso non costa niente ma riceverlo può cambiare tutto!” Viceversa (Sara Perillo)
“Vedere un bambino che sorride in situazioni spiacevoli dà a chi procura questo sorriso una forza incredibile, scalda il cuore e viene voglia di continuare all’infinito….” Iola (Silvia Fiaschi)
“Per vedere il sorriso negli occhi di un bambino” Sasi (Sara Calamassi)
“Perché i sorrisi avvicinano più dei passi e aprono più porte delle chiavi” Thelma (Martina Conforti)
“Far nascere un sorriso per scambiarsi l’emozione di essere…” Chissà (Paolo Badino)
“Le risate dei bambini sono energia vitale” Coccinella (Martina Silvestri)
“Incontrare un sorriso riempie il cuore di gioia… è una medicina che non fa mai male” Marameo (Massimiliano Fantacci)
E poi ci sono anche Guerino (Nicola Calzaretta), Wanda (Elisa Barsotti); Panza (Teresa Barsotti); Punto e Virgola (Diletta Geri), Tato (Roberto Pellizzon), Dori (Flavio Dormio), Gufi Gufi (Gianna Fontanelli; Magicabula (Sara Giannicchi).
Sono i clown di Oliver accende un sorriso Onlus, tornati in azione dopo il lungo stop causa pandemia. Nonostante i due anni di pausa lo zoccolo duro si è fatto trovare prontissimo: 15 volontari circa, che si sono ritrovati e riaggiornati. Adesso l’obiettivo dell’associazione è ampliare il gruppo, reclutare nuovi clown e volontari per poter distribuire ancora più sorrisi!
Cosa fanno i clown di Oliver?
Si “allenano” ogni due settimane. “Ci confrontiamo, condividiamo le esperienze fatte, affiniamo il nostro feeling perché in corsia andiamo sempre in due ed è fondamentale che ci sia sintonia. E poi proviamo giochi, mettiamo a punto attività e idee” spiegano. Alla fine nel proprio personaggio ognuno porta qualcosa del proprio background, delle proprie passioni: c’è chi ha una valigetta di giochi, chi fa le magie, chi distribuisce figurine di calciatori. “Bisogna sempre ricordarsi che entriamo nella stanza di un bambino che non sta bene e dobbiamo essere pronti a tutto, anche al rifiuto, suo o dei familiari. Servono empatia, tanta, e capacità di improvvisazione”.
Come si diventa clown di Oliver?
Prima di tutto un colloquio. Poi il corso di due giorni, una full immersion. Quindi comincia il periodo di inserimento nel gruppo e di training ma a questo punto con il naso rosso!