Succede di sbagliare strada tanto da far diventare i km il doppio di quelli previsti, che piova a catinelle (“da esser bagnato come un pulcino ma senza perdere mai il sorriso”) o che si fori una ruota. Ma succede anche che lungo la strada si uniscano nuovi compagni di viaggio e che la grande comunità dei ciclisti si metta a disposizione per una “notte meglio che in albergo”. L’impresa, l’avventura è anche questo. Piero Poggetti ha deciso di viverla fino in fondo, legando il suo viaggio a un doppio progetto di solidarietà. Per i suoi 50 anni ha chiesto un solo regalo: “Dieci giorni di tempo per pedalare da Gévezé a Cecina”. Dal paese della Francia, in Bretagna, vicino Rennes, dove vive con la famiglia da qualche anno – “Mi sono trasferito qui per lavorare con mio fratello che ha un ristorante dal 1998” – fino a casa.
1500 km in sella alla sua bicicletta per aiutare i bambini
Noi lo abbiamo raggiunto (telefonicamente) mentre si trova ancora in terra francese, affiancato dagli amici Andrea Boni e Stéphane Demirdjian (che hanno iniziato a pedalare da Chatillon) e pronto a faticare sulle difficili tappe di montagna. Arrivo previsto a Cecina: venerdì 27 maggio con tanto di comitato d’accoglienza, scorta per gli ultimi km, moglie e figli ad aspettarlo. In campo ci sarà anche la Pubblica Assistenza di Cecina che metterà a disposizione un’auto con a bordo due persone che raggiungeranno il gruppetto di ciclisti al confine tra Francia e Italia, per poi seguirli fino a Cecina. Con loro due operatori che documenteranno l’impresa, con foto e video, dalle Alpi fino al mare.
“Abbiamo già raccolto oltre 10mila euro in donazioni, molto più di quanto avevamo previsto e immaginato. Tutto è cresciuto in maniera spontanea, una sera ne ho parlato con una persona al locale e ha deciso subito di aiutarmi. E da quel momento è partito tutto” ammette Piero. Due le realtà scelte che si occupano, entrambe, di bambini, cui andranno tutti i fondi messi insieme: Oliver accende un sorriso di Cecina e Les P’tits Doudous, l’associazione ‘gemella’ francese, creata da una madre di Gévez, con lo stesso scopo di aiutare i bambini durante la loro degenza in ospedale. Due associazioni a braccetto, esattamente come nel nome del progetto che fonde le due lingue: “Velo Bambino”, dove Velo significa, appunto, bicicletta.
“La media è di 180 km al giorno, ma abbiamo anche sbagliato strada arrivando a farne 230. Di notte alloggiamo in albergo, da amici ma anche da persone che abitualmente ospitano ciclisti, e che sono rintracciabili attraverso il sito della Federazione ciclisti francese. E’ un’esperienza bellissima. Non so a quali progetti saranno destinati i soldi che stiamo raccogliendo grazie ai singoli cittadini e alle aziende che hanno deciso di sostenerci, ci penseranno le due associazioni. Io sono solo felice di poter contribuire ad aiutare i più piccoli. Non ci fermiamo mai. Avanti tutta per i bambini!”.
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