Annalisa ha una figlia di 13 anni. Ci scrive e chiede come è meglio comportarsi per affrontare quelli che sembrano degli sbalzi di umore della figlia. Infatti racconta che la vede oscillare tra picchi di autostima e momenti di disperazione per cose che a lei sembrano apparentemente piccole.

Annalisa si chiede come poterle stare vicino senza risultare invadente. 

psicorubrica adolescenzaQuando un genitore arriva a fronteggiare quel cambiamento che nei figli avviene tra gli 11 e i 15 anni si ritrova spesso con dei ragazzi e delle ragazze un po’ diversi da come conosceva prima e spesso diventa difficile sintonizzarsi con il cambiamento che comporta questa fase di vita. Sì perché questo cambiamento parla non solo di un mutamento nei bisogni e nei desideri, ma ci parla di una trasformazione globale che l’adolescente affronta, un cambiamento che coinvolge anche l’aspetto neuro-ormonale, psico-corporeo e cognitivo.

Con l’arrivo di questa fase di vita si affacciano delle trasformazioni nel sistema nervoso e, come ci fa vedere Inside Out 2, fanno il loro ingresso nuove emozioni che sconvolgono lo status quo che vigeva fino a quel momento. Nel film vediamo che Ansia prende un bel po’ il sopravvento, arriva e sembra comandare lei, diventa difficile passare alle modalità più regolative che ci permettono di riequilibrare l’attivazione e di calmarci per poi prendere decisioni.

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È difficile perché il cervello e il corpo dell’adolescente non sono ancora pronti per una piena autoregolazione. Bisogna imparare a farlo e bisogna imparare lungo il corso degli anni perché quelle parti del cervello che ci aiutano ad auto-regolarci (parti che afferiscono alla corteccia cerebrale prefrontale) arriveranno al loro pieno sviluppo solo un bel po’ più avanti con gli anni (intorno ai 24 anni, come afferma Daniel Siegel in La mente adolescente). 

Ma allora che facciamo? Come ci chiede Annalisa, come possiamo comportarci di fronte a sbalzi di umore e picchi di autostima? 

Come in altri casi, anche qui non credo che ci sia la risposta definitiva o la risposta migliore. Credo però che possiamo iniziare a disporci verso i ragazzi con uno sguardo che possa comprendere innanzi tutto cosa sta succedendo dentro di loro, con uno sguardo che ci aiuti a capire come favorire quella regolazione psicofisica così utile per il nostro benessere.

psicorubrica adolescenzaInfatti la regolazione psicofisica è uno dei passi fondamentali per poterci relazionare, forse il primo, insieme alla stabilizzazione. E questo non solo per gli adolescenti. 

Quando siamo di fronte a un figlio che è in preda alle emozioni, o che ha un tono dell’umore molto soggetto a forti e repentine variazioni è importante che cerchiamo di comprendere, di immaginare, come è essere preda di cambiamenti dell’umore o dell’avvento di emozioni di cui non abbiamo la padronanza.

È importante chiederci di che cosa avremmo bisogno in quei casi. Secondo quanto stiamo dicendo la prima cosa da ricercare è la regolazione psicofisica. Come?

Per prima cosa ci possiamo dire, con un tono di conforto verso noi stessi, che forse anche a noi capita di essere impulsivi e in preda all’umore se non riusciamo a fermarci, e allora possiamo invitare dentro di noi un atteggiamento di ascolto del nostro corpo, di calma nel respiro e di riflessione.

Regolare la nostra attivazione nel corpo e nella mente, prendendoci tempo e spazio, è il primo passo per stare vicino a un figlio adolescente nel pieno di cambiamenti e difficoltà che deve affrontare per la prima volta.

Essere più stabili, coltivare una calma determinata, essere presenti per un ragazzo o una ragazza adolescente ma non sostituirsi a lui, a lei, è forse la prima cosa che possiamo ricordare per stargli vicino. 

psicorubrica adolescenzaC’è poi un altro aspetto che mi viene in mente pensando alla richiesta di Annalisa. Le cose che a noi adulti sembrano piccole forse non lo sono per i ragazzi. Un altro passo che possiamo proporci forse è chiedere a loro che cosa pensano e che importanza ha per loro quello che si trovano ad affrontare. Si può chiedere, da 0 a 10 questa cosa quanto è importante per te? E aprirci a comprendere che la loro risposta è valida, anche se per noi non fosse così. Questo aiuta a validare e a dare la giusta importanza ai vissuti dei ragazzi.

Validare significa dire, riconosco che per te è importante, valido la tua emozione. Ora c’è da precisare che riconoscere l’importanza non significa essere d’accordo o lasciar correre. Così possiamo aggiungere: “so che è importante per te, ma non sono d’accordo sul tuo comportamento. Come possiamo fare per venirci incontro?”

Questo passo ci aiuta a muoverci verso la relazione, favorisce la sintonizzazione e, come ci chiedeva Annalisa, è un modo in cui possiamo provare a essere vicini ma non invadenti. Infatti coinvolgere i ragazzi in un processo decisionale li aiuta a diventare attori attivi e partecipi della propria vita (aiuta a sviluppare Agency), in modo tale da non lasciarli  in una posizione passiva o iperprotetta e prendere totalmente decisioni al loro posto.

Allo stesso  tempo è importante far sentire ai ragazzi di quell’età che sì, possono essere autonomi, ma che come adulti di riferimento ci troveranno ogni volta che avranno bisogno. Sì, perché se l’adolescenza con i suoi cambiamenti ormonali, neurali, affettivi, corporei, creativi e cognitivi è un po’ come l’età del caos allora il bisogno di una guida che ci orienti diventa essenziale. E come sosteneva Winnicot, il genitore deve essere “sufficientemente buono”, così la guida non deve essere perfetta, ma come primo passo forse può essere sufficientemente autoregolata nei suoi vissuti emotivi, corporei e cognitivi, nei suoi bisogni e nei suoi scopi, così da poter stare vicino a chi accanto a lei deve ancora crescere. Che poi, anche da adulti si deve ancora crescere, e possiamo imparare a farlo ricercando dentro di noi quella parte adolescente, mutevole e creativa, che i ragazzi ci mostrano così apertamente. 

Giada Perini è psicologa, laureata in Psicologia Clinica e riabilitazione e in Filosofia, psicoterapeuta in formazione presso la Scuola di specializzazione Cognitivo-Evoluzionista (ecco come l’abbiamo conosciuta!). A lei abbiamo chiesto di tenere una psicorubrica su Emozioni e Relazioni

Se avete domande, spunti di riflessione, curiosità per la nostra Psicorubrica scrivete a: redazione@badali.news