È un’emozione veloce, la sentiamo e già siamo passati all’azione.
La rabbia quando arriva accende il nostro corpo, scorre nei tessuti, nei muscoli, nelle vene. Le viscere iniziano a farsi sentire, lo stomaco si aggroviglia, i muscoli si tendono, la gola si chiude, la mandibola arriva a diventare serrata. Il respiro è trattenuto.
Il nostro sistema sta mandando un messaggio: ha percepito un ostacolo da rimuovere allo scopo di realizzare un bisogno.
La rabbia è una delle emozioni di base, fa parte del nostro patrimonio evolutivo e di per sé non è ne buona né cattiva. È utile. Ha una funzione protettiva e una funzione difensiva, di attacco.
Avere a che fare con la rabbia è avere a che fare con una preziosa quantità di energia che ci serve per proteggerci da ciò che percepiamo come una minaccia o per attaccare quando dobbiamo difenderci.
La rabbia, come le altre emozioni, è lì per un motivo. Ma non va lasciata in balia di se stessa, va autoregolata e capita. Va modulata, vanno colte le sfumature e viste le motivazioni che ne stanno alla base.
DIAMO UN VALORE ALLA RABBIA
Allora possiamo iniziare a esplorare e riconoscere che la rabbia è un’emozione che cresce. A volte nasce come un leggero fastidio, passa per la frustrazione, l’esasperazione, la polemica, il rancore, la vendetta fino alla furia e all’odio. Usando una scala da 0 a 100 possiamo iniziare a capire quanto siamo arrabbiati.
Inoltre possiamo indagare le motivazioni delle rabbia. Spesso la rabbia si attiva perché riteniamo che qualcosa ci abbia offeso, riteniamo che quello che è accaduto sia accaduto contro di noi. Riteniamo quell’evento o quella persona ostili. Quindi c’è stata una situazione che ha innescato la rabbia, ma poi noi ci rimuginiamo sopra e questo fa aumentare la sensazione stessa e il sentimento di sentirsi offesi.
REGOLA NUMERO 1: RALLENTARE
Per uscire da questo circolo vizioso possiamo iniziare a riconoscere i pensieri, ma anche ricordarci della Mindfulness e invitarci a un atteggiamento più lento e calmo. Abbiamo a disposizione proprio la nostra fisiologia: regolando il respiro impariamo a rallentare. Ecco sì, l’antidoto a una rabbia disregolata e impulsiva che può diventare aggressività distruttiva a livello comportamentale e relazionale è proprio l’invito a rallentare. Rallentare il corpo e rallentare i pensieri.
Dicevamo infatti che la rabbia è un’emozione veloce, e questa velocità ci complica un po’ le cose. Ci rende più difficile lo sviluppo della consapevolezza su noi stessi, sul problema che vorremmo risolvere e sulle strategie di coping, ossia sulle modalità cognitive, emotive, relazionali e comportamentali che possiamo utilizzare per affrontare tale problema.
LE FASI DELLA RABBIA E I TRUCCHI PER REGOLARLA
Allora possiamo individuare dei passaggi, delle fasi, all’interno delle quali sono possibili delle azioni che ci possono aiutare a modulare la rabbia.
Fase 1: riconosciamo i trigger, i segnali che a livello fisico e fisiologico e a livello cognitivo attivano la reazione interna al nostro organismo, reazione che iniziamo a chiamare con i nomi della rabbia, a seconda della sua gradazione. Qui abbiamo l’occasione di fermarci. Di rallentare.
Fase 2: la rabbia aumenta, a volte piano piano, altre volte è una scalata veloce. Iniziamo a perdere la padronanza di noi stessi. Di noi stesse.
Fase 3: la rabbia diventa disregolata. È molto intensa. Reagiamo nei modi che conosciamo, a livello fisico, relazionale e mentale.
Fase 4: non ci possiamo fermare. Le azioni accadano senza la nostra consapevolezza.
Prendendo coscienza di queste fasi possiamo intervenire e fare qualcosa perché la rabbia non si trasformi necessariamente in desiderio di rivalsa o di vendetta supportati dall’idea di “avere ragione”.
È riconoscendo i passaggi che possiamo invitarci a una maggiore calma. Come? Attraverso l’autoregolazione del respiro e il riconoscimento dei pensieri che sfociano nel rimuginio mentale. Perché la rabbia, se compresa e utilizzata in modo funzionale ci porta a fare un passo evolutivo, a realizzare un nostro bisogno e toglierci da una situazione di blocco, dove crescere diventa difficile.
Giada Perini è psicologa, laureata in Psicologia Clinica e riabilitazione e in Filosofia, psicoterapeuta in formazione presso la Scuola di specializzazione Cognitivo-Evoluzionista (ecco come l’abbiamo conosciuta!). A lei abbiamo chiesto di tenere una psicorubrica su Emozioni e Relazioni
Se avete domande, spunti di riflessione, curiosità per la nostra Psicorubrica scrivete a: redazione@badali.news