In lavorazione c’è la nuova birra di Natale. Si chiamerà “Nat_Ale”, sarà pronta per la seconda metà di novembre. E tra gli ingredienti ci saranno sicuramente zenzero, chiodi di garofano, liquirizia e miele. Nel cassetto c’è, invece, il progetto di una doppio malto bionda, con una gradazione alcolica più accentuata. “Corposa e armonica. Da festa”. L’etichetta sarà quella del Laboratorio Birra Montescudaio, i due ‘motori’ del birrificio artigianale si chiamano Massimiliano Fortunato e Samuele Nardi. Un’avventura all’insegna del gusto.
Prima è nata la birroteca – “Doppio Malto” a Cecina – poi il birrificio. “Produciamo dal 2017 birra artigianale locale che può essere degustata nel birrificio, alla birroteca e nei locali e ristoranti della costa che collaborano con noi, da Rosignano a Venturina” racconta Massimiliano Fortunato.
Una passione che nasce da lontano…
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“La birra ha accompagnato le mie uscite con gli amici da ragazzo. Loro ordinavano superalcolici e cocktail e io la birra, sempre. Ma se ne parlava tanto anche in casa perché mio padre e mio nonno avevano un distributore di bevande e la birra era la bevanda regina. All’età di 28 anni ho aperto il locale. Birra tedesca, belga, e cucina in abbinamento. Poi dopo 7 anni, per caso, ho scoperto un birrificio artigianale. Era il Birrificio di Buti, anche io ho chiesto di poter ‘fare’ la mia birra. Per sette/otto mesi ho cercato di carpire tutti i segreti. Fino a quando non ha chiuso il Bat, qui a Montescudaio. Abbiamo rilevato l’attività, rimesso in moto gli impianti e ci siamo buttati. Così è nato il Laboratorio Birra Montescudaio”.
I nomi delle birre sono particolari e guardano al territorio, dalla “Andalù” alla “Cas_Ale”. Ma il ‘laboratorio’ crea e realizza anche birre ‘per conto terzi’, con etichetta e ingredienti ‘personalizzati’. “Lo stiamo facendo per aziende e produttori della zona. Qualche esempio? Il Miele di Giada, a Montescudaio, l’apicoltura Tognoni e l’Apicoltura Giacomo Buselli”. Mattina e pomeriggio al laboratorio, la sera in birroteca.
“La birra artigianale che produciamo non solo è più sana perché vengono utilizzati ingredienti ricercati e coltivati nei dintorni, ma soprattutto perché tutti gli aromi ed elementi nutrizionali non vengono persi con processi di microfiltrazione, come avviene nella birra industriale. La birra ‘non filtrata’ significa che prima di essere imbottigliata non è stata depurata dalle componenti che si sono formate durante la fermentazione e di conseguenza è ricca di cellule integrali di lievito che donano la fragranza di pane”.