La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa festeggia la quinta giornata mondiale delle api, che ricorre venerdì 20 maggio, per sottolinearne l’importanza, quella di tutti gli impollinatori e per promuovere uno sforzo collettivo per la loro conservazione. Le api e gli impollinatori (come farfalle, pipistrelli e colibrì) consentono a molte piante di riprodursi e sono fondamentali per garantire uno sviluppo sostenibile e il mantenimento della biodiversità.
La giornata mondiale delle api è anche l’occasione per richiamare l’attenzione sul gruppo di Agroecologia della Scuola Superiore Sant’Anna che, impegnato nello studio di nuovi metodi di gestione della biodiversità a livello territoriale, sta coinvolgendo gruppi di agricoltori nel progetto H2020 Framework, coordinato per la Scuola Superiore Sant’Anna dalla ricercatrice in Agronomia e coltivazioni erbacee Anna-Camilla Moonen. Il progetto studia la biodiversità degli oliveti del Monte Pisano. In questa area l’assegnista di ricerca Simone Marini si occupa dello studio della diversità delle api, mentre l’assegnista di ricerca Malayka Picchi studia la diversità delle farfalle. In contemporanea, la ricercatrice dell’Università di Vienna Bea Maas, in questo periodo alla Scuola Superiore Sant’Anna, porta avanti un suo progetto, per studiare l’olivo anche in relazione ad altre importanti componenti della biodiversità, oltre alle api: uccelli, pipistrelli, formiche e ragni, e come questi animali aiutano la pianta a difendersi dagli insetti dannosi.
In occasione della giornata delle api, Simone Marini, a nome del gruppo di Agroecologia coinvolto nel progetto Framework, ricorda che “quando parliamo di api dobbiamo subito chiarire di quali api stiamo parlando. L’uomo usa e alleva da millenni la ‘nostra’ ape del miele occidentale (Apis mellifera L.) tanto che è poco probabile, quando ne incontriamo una, che questa sia selvatica, ovvero che provenga da un alveare selvatico, non gestito dall’uomo. Alcuni saranno a conoscenza dei problemi che l’ape sta affrontando e come questi problemi, sebbene molto importanti, siano di natura sostanzialmente economica, legati alle attività degli apicoltori. Stiamo parlando cioè della sicurezza economica delle persone”.
L’ape del miele è l’unica ape in Italia?
“Oggi – prosegue Simone Marini – dobbiamo anche sapere che l’ape del miele non è in pericolo di estinzione, anzi le sue popolazioni, grazie all’attività incessante degli apicoltori, stanno aumentando in Europa. In questa giornata dobbiamo parlare anche di biodiversità degli impollinatori e la domanda sorge spontanea: l’ape del miele è l’unica ape in Italia? La risposta è no. Esistono infatti, insieme a lei, circa altre 1000 specie di altre api, in una moltitudine di forme, colori e modi di vivere, grandissime, piccolissime, specializzate a vivere grazie al nettare di soli poche specie di piante o generaliste come l’ape del miele. Tutte queste specie bellissime sono fondamentali per impollinare le colture e le piante spontanee, ma non ne sappiamo poi molto dello stato delle loro popolazioni e queste sì che sono in pericolo di estinzione. Anzi, ne sappiamo abbastanza poco anche del reale pericolo che corre ogni singola specie (sono tantissime), ma sappiamo per certo che in generale le loro popolazioni stanno diminuendo per colpa del cambiamento climatico, dell’uso dei pesticidi, dell’uso intensivo del suolo e… in poche parole, a causa delle attività umane”.
“Noi come ricercatrici e ricercatori – conclude Simone Marini – possiamo soltanto contribuire allo studio degli impollinatori mettendo un piccolo mattoncino. Molto possiamo fare tutti, informandoci, mettendo in atto comportamenti che aiutino gli impollinatori, rispettando gli ambienti in cui questi vivono, anche a partire del nostro giardino.
Viva le api, viva gli impollinatori… e buona giornata delle api