Celeste fa un lavoro che, secondi molti, è (anzi, sarebbe) da uomini. Ogni giorno carica, scarica, accarezza, ‘respira’ il legno. Grandi tronchi, particolarissimi. Radici e tavolame grezzo, le sue ‘bimbe’ come le chiama lei, che poi diventano oggetti di arredamento. Ci ha messo un po’ a farsi conoscere, a meritare la fiducia di un ambiente prettamente maschile. Ma ce l’ha fatta, puntando tantissimo sulla passione. Una conquista ‘di pancia’ ma che dietro ha un bel po’ di studio.
La Segheria Mobile della Val di Cecina è nata quando Celeste Uccheddu, 37 anni, era incinta del primo figlio, Giorgio. Fine 2017: “Evidentemente era qualcosa che era dentro di me e che non avevo ancora capito, una questione di dna”. Il primo contatto con il legno è stato, infatti, quello di papà Arturo con il lavoro nel settore della forestazione, poi ci ha pensato il compagno appassionato di arredamento a mettere il carico. Ma dal prodotto finito Celeste è tornata indietro, fino all’origine. “Io in realtà facevo tutt’altro: sono ragioniera, poi ho lavorato al 118, ho fatto anche la pizzaiola e per un anno e mezzo ho studiato all’Università. Quando ho avuto l’idea mi sono messa a seguire l’account di alcune segherie americane, avevo tempo libero perché ero in gravidanza e poi in allattamento. Vedevo queste tavole grandi, immense, irregolari, bellissime. Negli Usa da tempo spopola la moda dell’arredamento a partire da elementi in legno recuperati. Mi sono detta: perchè no? Ho comprato l’attrezzatura, motosega e supporti vari, e con mio padre siamo partiti. Mi sono buttata nonostante avessi un bambino di 16 mesi”. Così è nata la segheria mobile di Celeste.
Mi sono detta: perchè no?
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Il debutto è stato un tronco di pino secco recuperato in zona ma “subito alcune tavole andarono a un evento Pitti a Firenze. Mi ero spianata la strada con i social studiando la clientela, il mercato… cercando di far capire con le foto e i post tutto il mio entusiasmo. E’ così che piano piano sono riuscita a trovare il mio posto, scontando – va detto – il fatto di essere donna. Non è stato facile, non posso nasconderlo. Ricordo i primi tempi nelle chat insieme ad altri colleghi del settore: ero l’ultima arrivata, ero donna e per un bel po’, ogni volta che provavo a dire la mia opinione, in risposta ricevevo solo astio e sufficienza”. Ma Celeste non si è arresa, nonostante la esistenza e la fatica che, in una segheria, è anche fisica.
“L’attività oggi è completamente a conduzione familiare, al lavoro con me c’è anche mia madre Demetria, oltre a papà Arturo, mentre il mio compagno è fondamentale a casa, per dividersi i compiti e gestire la famiglia. I figli nel frattempo sono diventati due, la seconda Ginevra ha 6 mesi. La mattina mi dedico al lavoro d’ufficio, tra spedizioni, corrieri e documenti di trasporto, e il pomeriggio mi occupo della segheria. Ci alterniamo e senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile”. Intanto, tronco dopo tronco, la clientela si è consolidata: “Artigiani, show room, designer, architetti, privati amanti del fai da te e hobbysti”. Un mondo che in pochi anni ha fatto della segheria di Castelnuovo Val di Cecina il suo punto di riferimento.
ogni volta che mi arriva un tronco l’emozione è tantissima
“Le radici di ulivo ci arrivano dalla Calabria dove abbiamo alcuni nostri fornitori che rispettano quella che è la nostra filosofia: prendiamo solo radici estirpate da diversi anni, incendiate, che possano essere recuperate e portate verso una nuova vita. Per i cedri, invece, ci contattano da tutta Italia. Quando mi arriva un tronco l’emozione, lo ammetto, è tantissima. E poi che soddisfazione quando i clienti mi mandano le foto dei lavori ultimati…“. Tavoli XL, mobili e sogni che si realizzano. La seconda vita delle ‘bimbe’ di Celeste.
Anche a Celeste abbiamo chiesto di partecipare al nostro hashtag
#misentobellaquando… respiro il legno