La voglia di stare (finalmente) bene, mettersi in gioco, dare ancora di più. Riscatto, determinazione, coraggio. C’è tutto questo dentro “Sfoglia di mamma“. Due donne, due storie. Caterina e Sara hanno aperto a Venturina il loro pastificio artigianale in piena emergenza. Zona rossa. Era il 23 marzo 2021. Ma di tempeste ne avevano già attraversate un po’.
“Ci siamo conosciute portando all’asilo i nostri figli. Poi entrambe siamo rimaste senza lavoro” raccontano. Caterina Paolini, venturinese doc, barista da una vita (“con contratti stagionali, prima di 3 poi di 6 mesi, poi di un anno”), si è ammalata. “Tumore al seno. E in quel momento ho messo un punto. Mi sono resa conto che il mio desiderio era avere un’attività tutta mia. Per fortuna le terapie hanno funzionato, è andata bene. E nel frattempo ho trovato il coraggio che mi era sempre mancato. Oggi ho 44 anni, quando mi sono ammalata ne avevo 41. In Sara ho trovato la stessa voglia. E non ci ha fermato nulla”. Anche la vita di Sara Pinzi – 44 anni e mezzo, originaria di Follonica ma a Venturina da 17 anni per amore – aveva bisogno di un cambio deciso di rotta: “Assistente dentista, poi mi sono licenziata e ho fatto un corso di toelettatore di cani e gatti. Ho lavorato per 6 anni in quel settore. Poi sono rimasta incinta della seconda bimba, la prima ha avuto qualche problema. Sono rimasta a casa per 4 anni per seguire tutto. Ma avevo bisogno di svoltare. E ho detto: ‘Ci si butta. Tanto peggio di così non può andare“.
‘Ci si butta. Tanto peggio di così non può andare’
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Caterina e Sara sono andate alla ricerca di un fondo e si sono imbattute in un’attività di pasta fresca aperta nel 1980 ma chiusa da un anno e mezzo. “La proprietaria si era ammalata. Anche lei una donna, anche lei un problema da risolvere…”. “La pasta fino a quel momento la facevamo in casa, per le nostre famiglie. Anche se è vero che entrambe eravamo molto attente ai prodotti di qualità, alla stagionalità…”. Dalle marmellate fatte in casa, al dado fino ai pasti a km zero. Caterina e Sara si sono iscritte ad un corso ad Arezzo, una full immersione di 15 giorni con l’associazione nazionale pastai d’Italia. “Abbiamo lasciato a casa due bimbe a testa e i mariti alle prese con tutte le incombenze del quotidiano. Ci hanno aiutato, sopportato e supportato in tutto”.
L’avventura di Sfoglia di mamma a Venturina (aperto dalle 9 alle 13 dal martedì alla domenica compresa) ha avuto inizio. I tortelli sono il vero cavallo di battaglia: “Usiamo solo gli spinaci della Val di Cornia, la ricotta arriva invece dall’Amiata o da Follonica. L’impasto è lavorato a mano, i nostri sono tortelli come li faceva la mamma o la nonna. I sapori sono tutti del territorio e di stagione. La pasta integrale, per esempio, è fatta con le farine del mulino Le Pietre di Venturina. E’ una scelta, in cui abbiamo investito tantissimo. Per raggiungere la qualità che volevamo, per esempio abbiamo cambiato diverse macchine, compreso una che ora ci permette di trafilare la pasta al bronzo. La clientela che aveva perso il proprio punto di riferimento dopo la chiusura del pastificio sta tornando. E noi cerchiamo di farci venire idee: ogni fine settimana inventiamo un menù diverso, con tortelli particolari e un sugo nuovo per esempio, e c’è anche la possibilità di portarsi a casa delle vere e proprie box. Ogni volta scriviamo la proposta sulla lavagnetta e sul nostro profilo facebook e siamo pronte a soddisfare gli ordini”. E se “Sfoglia di mamma” – attivissima (Covid permettendo) sul territorio (“Quest’estate abbiamo fatto un corso con i bambini e ci piacerebbe ripeterlo appena sarà possibile, gli spazi ci sono”) – è un piccolo grande sogno realizzato, rimane un desiderio, condiviso da entrambe: “Assumere qualcuno, in particolare una donna come noi, per dare la stessa nostra opportunità ad altri”.