bitossiUna famiglia, una tradizione. La storia delle terrecotte dell’antica fabbrica Bitossi nasce a Montelupo e arriva a due passi dal mare, a Cecina. Stesso stile, tecniche nuove, identica passione. Acqua, terra e fuoco come ingredienti, il mestiere di vasai nel dna.

Erano i primi anni del 1800. “Il nonno di mio nonno aprì a Montelupo il primo ramo della produzione: coppi per l’olio e conche per il bitossibucato – racconta Lucia Bitossi – A Cecina nonno Luigi arrivò per il servizio militare, nel 1910. Rimase affascinato dal territorio e, volendo portare avanti la tradizione e la passione di famiglia, ebbe l’intuizione di prendere l’argilla ricavata dal fiume. La portò a cuocere alla fornace di Montelupo. Fu subito evidente che era argilla buona… Di qui l’idea di costruire sul posto, nel viale Vecchio di Marina, una grande fornace”.

Prima accensione del forno: il 27 agosto del 1930. Nell’attività, col il tempo, sono entrati anche i figli: Renzo e Oreste.

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bitossiOggi la ditta è ancora un “affare di famiglia”: Lucia ha al suo fianco la sorella Giovanna. Sono le figlie di Renzo e Bruna Barontini (scomparsa nel 2023) e con loro, da ormai oltre 30 anni, lavorano anche i rispettivi mariti: Moreno Agosti (marito di Lucia) e Fabio Cherubini (marito di Giovanna). Vasellame, coppi da giardino, conche, oggetti su misura, fontane, ceramiche che ancora possono contare sul vecchio metodo di modellare con le mani, tramandato di padre in figlio.

bitossiSe il primo forno era alimentato a fascine, adesso – dopo la ‘fase’ gasolio – il combustibile è il metano. “Ma la procedura per realizzare terrecotte resistenti al gelo è sempre la stessa. Tre giorni di fuoco per arrivare alla temperatura di 1000 gradi, poi il forno viene spento e fatto raffreddare per una settimana”.

 

Bitossi vende all’ingrosso e al privato, sia in Italia che all’estero: Germania, Francia, Svizzera, Austria. “Il posto più lontano dove sono arrivate le nostre terrecotte è stato il Sudafrica”. E poi ci sono le scuole, i ragazzi, i ‘vasai’ del futuro: “Abbiamo spessissimo classi che vengono da vicino a vedere tecniche e lavorazioni. Una collaborazione a cui teniamo molto”.

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